7.8.06

GLI DEI DEL FUMETTO

Il mondo del fumetto è una dimensione affascinante ed assolutamente unica, è un luogo popolato da una fauna di personaggi che superano di gran lunga la fantasia di qualsiasi scrittore e di cui io per molti anni ignorai l’esistenza convinto che tutto si riducesse alle magnifiche storie che trovavo in edicola.

In un tempo in cui internet non era ancora diffuso (ed in cui io non brillavo certo per le relazioni sociali) mi ci vollero accurate ricerche e un paio di incontri illuminanti per scoprire che anche da noi, in Italia , esistevano negozi specializzati ed occasioni d’incontro con i disegnatori e gli scrittori che davano vita alle storie che io divoravo.

La prima volta che andai ad un incontro con un disegnatore ero un puntino tra la folla e LUI era lontano e irraggiungibile.
Circondato da fedelissimi l’AUTORE ammiccava a destra e a manca inviando segnali in codice per pianificare cene ed incontri elitari a cui io sapevo fin troppo bene che non avrei potuto partecipare.
In quelle prime occasioni mi sentivo sempre come una sorta d’insetto con i colori sbagliati che era finito in un alveare dove vigevano regole ben definite ,ma a me ignote.
Inizialmente l’unica cosa che il mio animo semplice percepì fu la distinzione tra AUTORI e LETTORI ,ma col tempo scoprì che la faccenda era in realtà molto più complessa e che aveva inquietanti analogie con una sorta di culto pagano.

Gli AUTORI (sia disegnatori che sceneggiatori ) erano ovviamente GLI DEI e la folla in estasi che li celebrava (ognuno col suo zainetto e con la copia da farsi autografare) erano naturalmente I FEDELI…ma fu dopo aver frequentato numerose mostre, (incontri ed eventi vari) che cominciai ad individuare nuove figure chiave che ricoprivano livelli intermedi di questa bizzarra religione e i primi in ordine gerarchico che mi balzarono agli occhi furono GLI ORGANIZZATORI….

La natura degli Organizzatori era variabile…potevano essere i responsabili della mostra locale ,ma anche i semplici proprietari o gestori del negozio dove avveniva l’incontro, in ogni caso nella loro veste di SACERDOTI godevano sempre di grandi onori ,ma anche di oneri.
Tra gli ONORI vi era l’indubbio privilegio di dare del tu agli Dei , di disquisire con loro direttamente (senza inginocchiarsi) e di avere succulente anticipazioni di ogni genere, copie rarissime di numeri non ancora usciti o esauriti, tavole originali autografate …nonché la possibilità di approfittare dell’occasione per vendere ai fedeli in pellegrinaggio praticamente di tutto: albi a fumetti, unguenti miracolosi, schegge di croci e ciocche di capelli …

Tra gli ONERI vi era ogni volta quello di dover provvedere alle necessità delle divinità e a quelle dei loro accoliti…un adeguato tempio dove soggiornare (dalle tre stelle in su) , cibo, libagioni , ed esigenze di vario genere in base al posto che gli DEI occupavano nell’OLIMPO degli Autori…
Da quelli che desideravano un sacrilegio umano in loro onore (perché magari pubblicati anche in America ) a quelli che si accontentavano di un goccio di vino in più…(autoprodotti, autori di nicchia, underground vari…).

Immediatamente al di sotto dei Sacerdoti individuai ben presto una sorta di fitta nebbiolina che si agitava intorno ai piedi degli DEI…inizialmente confuso e sorpreso mi resi conto che si trattava di quelli che avrei successivamente chiamato “SATELLITI”.

I SATELLITI (così piccoli da sfuggire quasi ad occhio nudo) erano coloro che gravitavano attorno agli DEI e che (incapaci di brillare di luce propria) ne riflettevano la luce magnificandone le gesta.
Erano appassionati di livello superiore che sapevano TUTTO sui loro Dei , erano addetti ai lavori di vario genere, indefiniti e impalpabili ,custodi di verità, di numeri di telefono, di confidenze e di agganci che neppure i Sacerdoti osavano immaginare…
Onnipresenti ed accomunati tutti da un unica frase “faccio cose vedo gente…” che era poi il loro indefinito ed aleatorio motto…

La differenza fondamentale con i sacerdoti era che mentre questi erano sempre occupati a vendere qualcosa i SATELLITI erano riempiti d’aria, avvolti di etere e galleggianti come variopinti palloncini decorativi.

Il NULLA…

Tra questi come sempre è bene non generalizzare…in seguito ne avrei conosciuti alcuni di cui sarei divenuto molto amico ,ma il mio tono un po’ graffiante è dovuto alla maggior parte di loro che spesso erano tronfi ed arroganti, che vivevano di luce rubata , vantandosi di amicizie inesistenti e di privilegi immaginari.

Molti anni dopo chiesi ad un noto fumettista che cosa ne pensasse di loro e ciò che lui mi rispose mi chiarì le idee sulla natura dei Satelliti.
“Sai…” mi disse il disegnatore …” sono quelle figure che sei abituato a vedere alla mostre e che ti girano sempre intorno ,ma di cui , (al di fuori di quegli eventi) non ricordi mai il nome…”

MAI definizione mi fu più chiarificatoria.


I miei studi continuarono e ben presto mi imbattei in un altro livello , in un’altra gerarchia…Immediatamente al di sotto dei SATELITI , simili a pesci pulitori, sempre intenti ad inseguire i grossi predatori, scorsi GLI ASPIRANTI DISCEPOLI…

Gli aspiranti erano coloro che volevano seguire le orme dei grandi autori, erano aspiranti disegnatori, sceneggiatori, inchiostratori, editori e Dio solo sa cos’altro…erano i mortali che desideravano farsi DEI!

Tra questi (ahimè) la mia coscienza mi impone di infilare anche me stesso poiché altrimenti sarebbe profondamente ipocrita continuare questa storia.

I Discepoli erano coloro che volevano imparare, conoscere , apprendere e come tali giravano a loro volta intorno agli autori , tutti belli implotonati con i loro impermeabili neri o con le giacche di pelle nera o con i loro bei vestitini fricchettoni …a seconda del look, a seconda del genere amato ,ma tutti (proprio tutti) con la loro bella cartellina in finta pelle nera sotto il braccio.
Tutti gli aspiranti DISCEPOLI erano custodi dell’IDEA assoluta, della trama originale, dell’avventura definitiva, della nuove Odissea del fumetto …ma quasi nessuno ne vedeva mai la nascita.



Tra gli aspiranti Discepoli gli autori sceglievano i propri adepti, per affinità , per simpatia o per convenienza…le vecchie divinità (o quelle ancora giovani ,ma lungimiranti) sceglievano un successore, un allievo o molto più spesso un COLLABORATORE….
Il collaboratore era colui che spesso faceva bottega , apprendeva il mestiere e diveniva l’arancia sacrificale spremuta alla bisogna al grido di “sto seguendo quel ragazzo…è un mio allievo”…

Ai collaboratori spettavano le miniserie pallose e poco remunerate , le 478 tavole fatte per beneficenza , le cover per le fanzine, le matite vergate in una settimana per una storia di 94 pagine poi firmata solo dall’autore e agli Dei toccavano gli assegni dell’editore.

Dicesi “gavetta” e in questo non c’era niente di nuovo e neppure di fondamentalmente sbagliato, al contrario.
Quello che ben presto scoprì essere sbagliato era invece che gli Dei erano davvero immortali…magari invecchiavano pure ,ma di passare il testimone alle nuove leve proprio non ci pensavano.
Settantenni, ottantenni e giù fino agli ultranovantenni, fiaccati, piegati, accecati ,ma ancora ben stretti al tavolo da disegno.
Mentre li vedevo appassire sopra il foglio l’unica consapevolezza che me li faceva perdonare era che se io fossi stato al loro posto…avrei fatto lo stesso.
E del resto per molti di loro non era neppure una questione di denaro ,ma solo di passione e di desiderio di continuare a fare il loro lavoro.
Si potevano biasimare in qualche modo?
No, naturalmente…ma a chiunque speri di prendere il posto di una vecchia divinità consiglio di armarsi di pazienza o di una pallottola d’argento.
Altri sistemi non ce ne sono.


Ma…al di sotto di tutte queste gerarchie più o meno elevate c’era ancora la più consistente…il volgo…la plebe , la forza lavoro degli acquirenti, la linfa vitale dei lettori /Dio li abbia in glora e intendo quello vero...).

Tra questi già da tempo avevo distinto infinite sottospecie e suddivisioni varie.

I passivi a cui andava sempre bene tutto.
Gli entusiastici , perennemente esaltati per ogni nuova pubblicazione.
I critici , scontenti per natura e perennemente nostalgici.
Gli interattivi , bloggisti, opinionisti , giornalisti ecc. ecc. e infine……I SENTI MA.

La definzione “Senti Ma” è locale, non la troverete su Devoto Oli e probabilmente ogni regione li chiamerà in un modo diverso.
Il termine nacque ad memorabile incontro in cui il nostro esemplare numero ZERO tempestò di domande il povero autore intercalando puntualmente ogni domanda con un “Senti Ma...” pronunciato con voce stridula…

“Senti Ma che tipo dio carta usi? E La china? E la matita?
"Senti Ma è vero che disegni più di una tavola al giorno ?” e via così…fino alla fatidica domanda
“Senti Ma è vero che per i tuoi fumetti usi le foto?”

L’autore era John Buscema , un monumento del fumetto che risaputamente non aveva certo bisogno di una foto per disegnare.

La domanda ghiacciò la sala e provocò l’immediato starnazzare imbarazzato degli organizzatori che cominciarono immediatamente a lisciare e ad accudire la divinità per l’affronto subito…gli furono offerti capretti e immolata una vergine.
Buscema (che era un grande ) glissò , ci fece una risata sopra e la cosa finì lì.

Morì non molto tempo dopo e mi sono sempre chiesto se il battesimo del "Senti Ma" non fu un macabro segno del destino…



I SENTI MA in realtà esistevano da tempo immemorabile , sfidavano ogni legge spazio-temporale e probabilmente anche ai tempi di Michelangelo ve ne erano che gli chiedevano se usasse foto per le sue opere...

Avevano attraversato il tempo e lo spazio ed erano giunti fino a noi con una pila di albi da farsi firmare, una cartellina di fogli bianchi per farsi fare un disegnino e una miriade di domande imbarazzanti.

Se gli ORGANIZZATORI suscitarono la mia ammirazione per al loro praticità, se alcuni SATELLITI provocarono il mio fastidio per la loro presunzione e se gli DEI ricevettero ovviamente la mia incondizionata venerazione…i Senti Ma ottennero invece tutta la mia simpatia.

Generalmente SOLI, privi di una vita sociale completa e quasi MAI accoppiati (ma misteriosamente numerosissimi) i Senti Ma facevano quello che gli esseri umani un po’ frustrati e soli hanno fatto per millenni.. COMPENSAVANO…


E così eccoli lì…un po’ acciaccati, spesso incasinati di brutto al limite del clinico ,ma sempre sinceri…veraci nella loro adorazione …PURI ROMPIBALLE.

Ne conobbi diversi, alcuni li adottai perfino e pur mantenendo sempre una certa distanza (perché la sfiga è contagiosa) ne diventai amico e col passare del tempo mi resi conto di essere simile a loro…una sorta di portatore sano diciamo…e se esternamente riuscivo a camuffarmi bene, all’interno spesso ne condividevo le patologie.

Imbustatori per natura, collezionisti compulsivi , archiviatori maniacali, citazionisti ossessivi…i Senti Ma avevano diverse cose in comune con me…ma grazie a Dio non tutte…
Si riconoscevano per sfioramento delle antenne e ne potevi mettere due in uno stadio certo che si sarebbero ritrovato in meno di dieci minuti.

Le categorie e le tipologie sarebbero infinite…non potrei mai elencarvele tutte qui , i tranquilli, gli aggressivi, quelli fuori di testa i simpatici, gli obesi, gli psicopatici e così via…ma sempre accomunati tutti dalla mancanza di una donna.

Intendiamoci: non dico che non si accoppino (anche se esistono teorie sulla loro riproduzione per scissione…) dico che tali compagne , se esistenti, non venivano mai mostrate.


Fu così che appena potei permettermelo cominciai ad andare agli eventi pubblici accompagnato dalla mia ragazza…non fu un periodo lunghissimo ci tengo a dirlo per onestà perché ben presto lei mi disse “col cazzo che ritorno da quei malati di mente…” ma nei primi mesi del rapporto di coppia il reciproco amore era tale da spingere me ad andare a cena coi suoi pallosissimi amici e lei a venire a quelli che definiva GLI INCONTRI CON I MOSTRI…

Oltre che per il piacere della sua compagnia per me la sua presenza rappresentava una sorta di cartellino da appuntare al petto con su scritto: “IO NON SONO COME VOI”…

In mezzo ai “mostri” che si aggiravano col loro zainetto e il passo strascicato e impacciato, la presenza di una femmina (una femmina decente si intende) sparava come un coniglio bianco in una miniera di carbone…

Il primo incontro a cui andai con la mia ragazza le mani mi sudavano …per la prima volta dovevo mantenere una doppia personalità …ero anche io un “Senti Ma” ,ma al tempo stesso ero lì in compagnia femminile e quindi non lo ero.
Sbavavo alla vista dei disegnini e delle copie autografate ,ma al tempo stesso dovevo mantenere la compassata dignità dell’uomo che non deve chiedere mai…
Ricordo che il Disegnatore di turno era Castellini ed eravmo in una libreria specializzata dove era stato invitato.
Ai tempi d’oro Claudio sfoggiava basette alla Nathan Never, impermeabile alla Nathan Never e pettinatura con “rollo” di capelli alla Nathan Never…gli mancava il ciuffo bianco…
Organizzatori e Satelliti erano impazziti perché Castellini era uno dei grandi e doveva anche essere stato foraggiato parecchio bene perché faceva disegnini uno dietro l’altro (per foraggiato non si ritiene necessariamente "pagato" ,ma anche solo "trattato bene" , accudito, coccolato ecc. ecc. ecc.). Almeno 4 stelle per intendersi.
Ricordo che uno gli chiese un Uomo Ragno e lui glielo disegnò ragnatela per ragnatela…
Ricordo un Senti MA che gli chiese una castroneria paurosa sulla colorazione e ricordo che io (che già all’epoca coloravo al computer) rabbrividì pensando “Io lo so! Io lo so! Io lo so!

Ovviamente tacqui e lasciai che la divinità fornisse la sua risposta un pò vaga e fantascientifica perchè all' epoca la colorazione digitale era una specie di arcana e sconosciuta disciplina.
La fila scorreva e io ero lì che sbavavo per avere il mio disegnino, nel frattempo avevo da porre una favolosa , geniale domanda a Castellini…una di quelle che lo avrebbe colpito per sagacia ed intuito ,ma non sapevo come porgliela…la mia ragazza mi fissava perplessa…
“Ma stai sudando!” mi disse preoccupata .

Quando arrivò il mio turno la domanda mi uscì stridula con un immondo “Senti ma…” che tradì la mia natura e quando arrivò il,momento del disegnino la divinità era già stanca e i Sacerdoti Organizzatori gli si stavano già richiudendo attorno…

Ricordo che fu la mia ragazza che incazzata nera si fece avanti dicendo “No! Ora questo montato il disegno te lo fa!” gli si piantò davanti e glielo fece fare.

Un bel Capitan America che ancora conservo… mai l’amai così tanto come in quel momento …
(Anni dopo mi mollò dicendomi “tu non vuoi crescere!” ,ma questa è un’altra storia…).

Gli anni passarono…in un modo o nell’altro ricoprì un po’ tutti i ruoli della gerarchia fumettistica…
Fui satellite, amico raccomandato, conoscente, infiltrato, insegnante, addetto ai lavori ecc. ecc.

Non sono mai diventato un Dio…questo no e anche oggi benché lavori disegnando non sono un fumettista ,ma riesco a campare disegnando e non è poco.
Col tempo li ho visti da vicino ed ho scoperto le magagne sotto l’aura di divinità…questo è qualcosa che non auguro a nessuno…finché brillano e scintillano sono DEI…quando li vedi alla luce del giorno ti accorgi che alcuni di loro sono miseri…presuntuosi, ipocriti e piccoli…in poche parole: umani proprio come tutti noi.
Ma nonostante tutto ancora li venerò…perché chiunque sia in grado di prendere una matita e di dare vita a storie scrivendo o disegnando , chiunque sia in grado di fare una cosa simile merita rispetto e stima.

Ora (visto che già ho avuto modo di leggere qualche commento a questa piccola storia) voglio che tutti quanti ricodiate la parola MAGICA che è necessaria per leggere e comprendere cose come queste la parola magica è: IRONIA.



03 08.2006


1 Comments:

Blogger Dalmazio P. Frau said...

Anche questo, come tutto il resto che scrivi, lo condivido e sottoscrivo pienamente.
E ricordo il Castellini a San Marino nel 93, insieme con Karel Thole, altri amici e ultimo il sottoscritto.
Purtroppo adesso c'è Fiuggi e pure di peggio...

2:12 AM  

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