15.8.06

IL SOTTOBOSCO

Il Sottobosco è quel luogo indefinito che si trova al di sotto di ogni attività o specializzazione creativa… nel mondo del fumetto, dell’illustrazione ,ma anche nel settore della scienza , dell’industria e dell’imprenditoria, in tutti quei luoghi cioè dove esiste una concreta competizione per raggiungere il vertice.
(Gli impiegati statali ne sono esclusi perché vivono a Topolina dove sono tutti felici e alla pari!).
Il Sottobosco è quella sorta di Purgatorio ,in cui si trovano coloro che stanno transitando verso più altre vette , o il Limbo in cui sono condannati a restare coloro che (per limiti personali) non sono riusciti a salire più in alto.
Non è un termine dispregiativo, non è una collocazione infamante o disonorevole è soltanto un mondo diverso con regole tutte sue.
La popolazione del Sottobosco fumettistico è in particolare variegata e multietnica.
Ci sono coloro che si occupano di altro ,ma che vorrebbero fare fumetti (illustratori, coloristi, inchiostratori), ci sono coloro che effettivamente fanno fumetti ,ma non al livello che vorrebbero (autori autoprodotti, di nicchia, a diffusione limitata ecc. ecc.) e tanti altri che non si a bene o perché sono finiti lì e non riescono più ad uscirne.
Naturalmente il passaggio dal sottobosco può essere anche una sorta di iniziazione o una gavetta formativa e quindi chi vi si trova non deve disperare né angosciarsi, così come non è detto che la definizione stessa del SOTTOBOSCO esista realmente.
Il Sottobosco in realtà è uno stato mentale ed esiste solo se ti ci senti.
Non c’è realmente un cartellino o una tessera da creativo di serie A , B o C, ognuno è in parte anche ciò che si sente di essere e quindi ci sono persone felicissime , serenissime e realizzatissime che vivono e prosperano da anni senza mai essersi sentiti cittadini di quel luogo.
Fatta questa doverosa premessa andiamo a vedere come si svolge la vita quotidiana in determinati sobborghi del Sottobosco.
La cosa che rileviamo innanzitutto è la presenza di una lanuginosa sostanza grigio biancastra…tale sostanza impregna ogni viale , strada o stradina del sottobosco, inodore (e insapore per chi tentasse di assaggiarla) si presenta simile all’ovatta e risponde al nome di FUFFA.

La Fuffa è l’essenza stessa del Sottobosco ed è generata proprio dai Sottoboschivi che la producono a furia di chiacchiere , frottole, e bubbole varie.
L’identikit ottimale del produttore di Fuffa è uno che parla, parla, e che quasi sempre parla di se.
Il FUFFATICO non ha età…ce ne sono di 17 anni e di 80, l’unica caratteristica che lo contraddistingue è che esordisce quasi sempre con frasi tipo “forse ti ricorderai di me per bla, bladi, bla!”
Oppure “non so se hai visto la mia miniserie che bla, bla, bladibla, bla!”
Il FUFFATICO è cioè una sorta di curriculum autoreferenziale ambulante che ti sbatte di continuo le sue credenziali in un incessante esibizione di penne colorate e livree d' accoppiamento.
Sono una sorta di tronfi pavoni (fondamentalmente insicuri) che si aggirano producendo un rumorino simile al suono dei tacchini “glo, glo, gloglooogooogle…”.

Il Sottobosco ha le sue ferree regole e se due abitanti della stessa specie e rango s’incontrano il confronto è inevitabile, per verificare la supremazia ed affermare il controllo di un territorio i Fuffatici mettono in atto la danza del “chi ce l’ha più grosso…”.

Il creativo del sottobosco può tollerare infatti di guadagnare meno di un avvocato, di un dottore o di un lavavetri , può anche tollerare che il suo nome non sia mai alla ribalta e che non sia mai riuscito ad emergere dalla massa, ma non può assolutamente tollerare di essere inferiore ad un suo simile.
Così (grazie ad una reazione chimica assolutamente istintiva) ogni volta che incontra un altro Sottoboschivo estrae la sua pinna cranica e la flette al vento mentre si pigmenta di rosso.
L’altro riconosce immediatamente il segno di sfida , ne raccoglie il guanto e reagisce flettendo a sua volta la sua pinna cranica azzurra (il colore varia a seconda dell’orientamento politico) ed emettendo un basso gorgoglìo “glo, glogoglogooogle…”

“Ciao. Come va?” esordisce lo sfidante.
“Bene” . Replica l’altro prudente perché la prima mossa si lascia sempre fare a chi sfida.
“Tu che stai facendo?” chiede finalmente il primo e subito due grosse ghiandole scarlatte gli si gonfiano sotto il collo.
“Io faccio una miniserie per i Pacho Bros!” replica il secondo e gonfia anche lui le sue ghiandole azzurre.
“Io ho pubblicato una graphic novel per la Turiddù Art” spara il primo a cui non può fregare di meno dei Pacho Bros.
“Cartonata?” chiede il secondo astutamente.
“No…” ammette il primo “..ciclostilata con spillatura …” e per lui è un colpo talmente duro che la pinna gli si affloscia un po’.
“Ma mi ci ha fatto la prefazione Badali e siamo ospiti a Lucca allo stand Panini!” esclama riprendendo vigore.
“Cazzo…” pensa il secondo che perde terreno… “la Panini della Marvel?”.
“No…” risponde il primo….” Lo stand dei panini da mangiare…” e la pinna gli avvizzisce in testa.

Ecco. Questo che vi ho appena descritto è un esempio di uno scontro tipico del sottobosco ,ma in questo caso c’è stato un vincitore netto e indiscutibile.
Nella realtà questo accade di rado perché Sottoboschivi e Fuffatici detestano perdere e per questo evitano quasi sempre lo scontro diretto.
Per lo più preferiscono “danzare” girellarsi intorno piluccandosi come galline , ogni tanto estroflettono una pinna , gonfiano una ghiandola ,ma nel complesso si limitano a borbottarsi la solita frase di rito “faccio cose…glo, glogo, gooogle…vedo gente…glo, go, glooogoogle…”
In questo modo nessuno si ferisce e tutti sono contenti.
I nomi dei loro editori non hanno importanza…Pacho Bros, Turiddu Art, le Cronache dell’Ernia, l'Universal Print, Galacticus Editors…più sono altisonanti e meno sono consistenti ,ma neppure questo è un crimine, quello che è irritante è l'arroganza e la presunzione dei Fuffatici incalliti.

Il fatto è che la cosa migliore sarebbe andare a bersi una birra tutti insieme e (fortunatamente) ci sono alcuni che lo fanno (unendo magari le forze per uscire dal Sottobosco) ,ma i veri indigeni…quelli nati dentro o destinati a restarvi per sempre…quelli no.
Loro si aggirano con arietta perfida e incazzata, si studiano e si valutano intenti a litigarsi il pastone del Sottobosco.


Guardate là...ecco che ne arriva uno!


“Ciao…glo, glo, glo, glo…io pubblico con i Ringo Boys…”.


Che pazienza ci vuole!

15 08.2006

3 Comments:

Blogger nerosubianco said...

ciao Max potresti ridarmi la tua mail, una formattazione mal riuscita mi ha portato via la tua. vorrei proporti una cosa.

3:13 AM  
Anonymous Anonimo said...

NOTARE BENE:
è uno dei Post meno commentati...
Nessuno si riconosce nei SOTTOBOSCHIVI...
Eh, eh, eh...

5:47 AM  
Blogger Dalmazio P. Frau said...

Vorrei erigerti un monumento, ma poi sai cosa succederebbe appunto nel sottobosco? Minimo minimo tirano fuori che siamo amanti...^^ (faccetta simpatica paracula )

1:57 AM  

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