18.10.06

LA FIERA DI LUCCA

Ogni anno migliaia di casi clinici provenienti da ogni parte del mondo sentono l’irrefrenabile impulso di recarsi in una città toscana circondata da alte mura , tale fenomeno è chiamato dagli studiosi: l’ADUNANZA.

RISVEGLIO

La notte avete dormito poco e male, eccitati come canguri dopati vi alzate all’alba sogghignando felici: oggi comincia LA FIERA.


ABBIGLIAMENTO.

Variabile a seconda della vostro ceto, del vostro carattere e della vostra etnia sarà uniformato da un unico elemento caratterizzante che vi marchierà per i prossimi 4/5 giorni: LO ZAINETTO.

Alla moda, anarchico, di marca, fatto a mano dagli Inuit, da impiegato statale o da metallaro scoppiato , ognuno sceglierà il suo modello in base alla sua indole e indirizzo politico/sociale.

EQUIPAGGIAMENTO

Viveri per evitare di farsi salassare ai bar della Fiera o nei locali della città che VI ODIA perché gli bloccate il traffico e create confusione, ma che vi SPREMERA fino al midollo se glielo lascerete fare.
Macchina fotografica digitale per immortalare i momenti topici dell’evento.
Blocco per farsi fare disegnini da sedicenti autori e autorucoli (STROLLO e RODDY VULVA!)
E (Udite! Udite!) LA LISTA di tutti i fumetti che vi mancano.

La lista è cosa buona, la lista è vita.

(Ed anche assolutamente INUTILE poiché neppure lei vi impedirà di comprare almeno due volte lo stesso albo).


Dulcis in fundo (per i più sfigati non automuniti) biglietto del treno comprato tre mesi prima.


LA STAZIONE

Appena arrivati non avrete alcun dubbio nell’individuare il binario giusto poiché tra gli altri lo riconoscerete subito grazie alla presenza di una moltitudine di vostri simili.

La fauna è multiforme e variopinta : bambini brufolosi con zainetti ricoperti di scritte.
Pre e post adolescenti con piercing , tatuaggi e zainetti con l’effige del Che.
Attempati trentenni con pochi capelli e zainetto dell’invicta.
Distinti signori con pancetta , capelli bianchi e zainetto tattico delle guerre puniche.

In mezzo a tutto ciò spiccano: Dylan Dog, la Morte, un orco, e un imprecisato numero di ragazzine vestite da elfi, fatine, principesse, guerriere e cellulitiche varie, il tutto all’insegna del cosiddetto “cosplay”, la mania di vestirsi come i propri personaggi preferiti.

Ovviamente tutti hanno qualche piccolo problema che li differenzia dagli originali:
Dylan Dog è calvo, la Morte porta le scarpe da ginnastica , agli elfi si staccano le orecchie e l’orco ha la tinta verde che gli cola sul viso.


Per evitare di rimanere in piedi a bordo del superaffollato treno esistono molte tecniche, ma la più gettonata rimane la disciplina Jedi.

“Dicesi disciplina Jedi l’approssimarsi al bordo del binario e l’esercizio della FORZA per far fermare il vagone con la porta dinnanzi a voi.”

Come un’unica voce senti intorno a te il mantra diffondersi: “fermati qui, fermati qui, fermati qui…”

“Colpo mortale del Minotauro!” urla un quindicenne sudaticcio alle vostre spalle e vi cade addosso spingendovi da parte proprio mentre il treno si ferma.

“Mi scusi signore” rantola sbavandovi addosso e quando vi rialzate il treno è già pieno come un uovo.

In piedi, inchiodati tra un tizio vestito da “rana magica” e una grassona truccata da Lamù, vi sorbite 1 e 20 di conversazioni di alto livello:

“Posso con la mia spada magica uccidere il tuo drago rosso?”
“No perché ho lo scudo purpureo.”

“E se faccio un tiro di avventato sortilegio?”
“No, ho sempre lo scudo purpureo.”

“E se uso un druido con carta speranza del vortice oblio?”
“Con coccardina d’oro?”

“Sì!”
“No, ho sempre lo scudo purpureo.”

“Figata!”

Dopo tre fermate arrivate ad un paesino di provincia ed impiegati statali, commessi , più un numero imprecisato di minatori che sta scavando una galleria salgono a bordo.

Simpatiche facce di genitori che si spaccano la schiena 12 ore al giorno si trovano di fronte a giovani vestiti da spelacchiati Wolverine.

“Ho il potere di EUKANUBA!” urla un grosso ragazzetto di 120 chili vestito da Uomo Blatta con uno spadone di gomma sulla schiena.

Un operaio con 2 centimetri di calli sulle mani lo osserva e rimpiange di non avere con se la sua sega circolare.

Arrivati quasi a destinazione sapete tutto sugli Elfi, sugli orchi, ma anche su tutti i compianti e mai superati autori di cartoni animati giapponesi (ma il termine corretto è ANIME) che parlano di tornei , di battaglie e di un numero imprecisato di orfane che combattono il male.

Alla stazione di arrivo la massa informe si riversa all’esterno del treno, gli indigeni del luogo corrono a chiudersi in casa e appendono fuori dalla finestra aglio e amuleti vari.

I più furbi e scaltri invece corrono a ritoccare i prezzi della merce in vetrina , alterano le bevande e riducono le dimensioni dei panini.

Il tragitto dalla stazione alla fiera è in auto per i più fortunati , in autobus per la massa e a piedi per i meno abbienti.

Voi , entusiasti più che mai, partite con lo zainetto in spalla ed entrate dentro le mura della città che contiene la fiera.

“Che strano…” pensate mentre entrate “Chissà perché tra tante città ne abbiano scelta proprio una che ha ancora LE MURA…”.

E mentre entrate vi pare di scorgere in alto figure armate che vi tengono d’occhio…

“Minotauro con colpo alla rovescia!” esclama il quindicenne sudaticcio mentre vi avviate in fila indiana.

La città è bella , caratteristica e piena di luoghi interessanti …vi guardate intorno mentre la vostra mente si lascia coinvolgere dal panorama:

“Chissà se troverò il numero con L’Uomo Ragno in armatura e la copertina olografica…” pensate rapiti da quello spettacolo.

Dopo 20 minuti di profonde riflessioni arrivate a un sottopassaggio e quando sbucate dall’altra parte la vedete: LA FIERA.

Immensi tendoni bianchi si stagliano contro l’orizzonte.
Cartelloni, locandine chioschi e file interminabili di gente accalcata all’entrata, ma se siete tra i privilegiati NON dovrete fare la fila poiché avete IL PASS.

Prima però dovete ritirarlo al punto accredito…

IL PUNTO ACCREDITO

“Dica” , ti dice Deborah , la bellissima ragazza della reception fissando un punto indefinito alle vostre spalle.

“Dovrei ritirare un PASS…” le rispondete sorridendo.

“Nome?” chiede lei guardando una macchia sul soffitto.
Voi glielo dite e lei batte velocemente sulla tastiera con le sue perfette unghie da gatta.

“Non risulta.” sentenzia con aria stizzita e stavolta i suoi occhi di giada inchiodano le vostre iridi marroni.

“A quale casa editrice appartiene?” chiede mentre il suo sguardo sfuma al viola…

“No, nessuna…vede io…”

“E’ un autore? E’ dello staff? E’ un giornalista?” spara a raffica la bella impiegata e i suoi occhi cambiano tonalità coprendo tutta la gamma dei colori.

“No. No. No.” Rispondete temendo che possa esplodere.

“Sono della STAR…” provate a mentire.

Gli occhi di lei assumono un’aria contrariata.

“Della Play…” tentate ancora e lei comincia ad arrabbiarsi.

“Lavoro alla FREE…!” buttate lì e lei fa una faccia disgustata.

“BONELLI!” Esclamate disperato. “Sono ospite della Bonelli!”

E lei scoppia a ridere come una pazza.

“Ce ne è un altro!” esclama ad un microfono mentre preme un pulsante sotto il tavolo e due della sicurezza vi vengono a prendere.

Dopo un’ora di chiarimenti venite prelevati da un amico che lavora nell’organizzazione, lui garantisce per voi e vi fa avere un PASS di carta riciclata con scritto a mano il vostro nome (sbagliato) e con sopra un enorme scritta rossa: IMBUCATO.

DENTRO.

Ringraziato il vostro amico (a cui dovete già un rene per avervi fatto entrare l’anno scorso) , vi guardate intorno e per un attimo rimanete confusi e abbacinati.
Ovunque si dipanano corridoi e spazi infiniti pieni di fumetti , miniature, soldatini d’epoca, DVD, libri, e qualsiasi altra inutile cosa per cui voi sbaviate.

SHANG-RI LA!

L’emozione è tale che per un momento sentite il desiderio di accucciarvi e fare la pipì come un cucciolo, poi riprendete il controllo di voi stessi e vi incamminate tra gli stand.

Per prima cosa dovete comprare un raro numero che vi manca per finire una collezione , poi farvi fare un disegno da un autore che tiene una conferenza e dopo…

“Ciao. Anche tu qui?” vi chiede uno alto, con gli occhialini , l’aspetto generale di uno che non mangia da mesi , abiti sdruciti da fricchettone e un tic nervoso che gli fa battere gli occhi ogni secondo.

“Ciao.” gli rispondete benché non vi ricordiate neppure chi sia …

Guardandolo bene somiglia ad una via di mezzo tra un muflone ed Eduardo de Filippo.

“Sono venuto a cercare il numero 18 di Talpot Boy” gli spiegate più che altro per cortesia.
“Io ce l’ho”, replica lui sbattendo gli occhi.
“Bene. Beato te. Quello rosso è raro.” Replicate sperando che la conversazione finisca lì.
“Io ho quello patinato con la copertina in vinile…” dice lui come se niente fosse…

“Quello con la spilla in omaggio?” chiedete increduli.
“Autografato, con la dedica e biglietto da visita. Ho conosciuto l’autore l’anno scorso a cena e dopo siamo andati a bere insieme…”.

Gli squilla il cellulare.

“Scusa. E’ lui che mi chiama …non trova l’accappatoio …”


All’improvviso non avete più molta voglia di quel numero.
Cercate di scordarvi la cosa e ripartite verso un altro stand.

“Action figures?” vi chiede all’improvviso una vocetta alle vostre spalle.
Vi voltate e a malapena vedete un paio di occhi che affiorano dall’ombra.

Lo stand è piccolissimo, angusto ,ma pieno di oggetti scintillanti…all’improvviso vi sembra terribilmente simile alla tana di un ragno.

“Action Figures…ripete la vostra mente.
Fedeli riproduzioni in scala di supereroi e personaggi dei fumetti , costosissimi BAMBOLOTTI che non esistevano quando eravate bambini e che ora sono qui…a vostra disposizione in infinite varietà.

“No…” sussurrate sicuri… “non ci casco…”

Ne comprate otto.

“Solo questi…” vi ripetete per rassicurarvi e poi ripartite alla volta dello stand degli incontri…la potrete farvi fare un disegnino da qualche autore!

GLI INCONTRI

La casa editrice in questione è la più grande del paese , è sulla breccia da mezzo secolo e voi leggete tutto quello che pubblicano.
Il loro stand è una roccaforte di pannelli di vero legno truciolato (non tendoni di plastica) e ricoperta di stamponi dei vari personaggi.
Qui non ci sono standiste o hostess ,ma “addette alle pubbliche relazioni” in tailleur e cosce sode di alabastro che però non vengono esibite, ma solo intuite.
Il responsabile capo si aggira in giacca e cravatta simile a un consulente finanziario.

“Da questa parte. Adesso no. Più tardi forse. Mi spiace, ma non è possibile….” Sussurra di volta in volta mentre prende gli appuntamenti .

Gli autori che si annidano all’interno della roccaforte sono tra i più rinomati del panorama nazionale , il loro PASS ha il nome scritto giusto ,ma non lo esibiscono MAI perché non vogliono essere riconosciuti .

Il loro aspetto è estremamente eterogeneo: vestono giacca e cravatta, giacca con toppe di camoscio ai gomiti, occhiali al collo alla Bertinotti (i più intellettuali), orecchino (i più trasgressivi) , stivali da cow boys (i più nostalgici).
Tutti loro dicono cose come: “No, non c’è più spazio qui da noi . Il futuro è in Francia.”
Hanno sempre un’aria un po’ sofferente , scazzata …un po’ come dire “non vorrei realmente essere qui ma….mi pagano!” e quando devono incassare un assegno lo fanno con aria sofferente, quasi dispiaciuta.

NESSUNO ha mai saputo cosa vi sia esattamente all’interno della roccaforte.
Se lo chiedete ti diranno che ci sono “un paio di sedie”.
I più fanatici sostengono che invece vi siano frigo bar , geishe , idromassaggio e un pozzo artesiano naturale.

“Comunque il futuro è in Francia” ripete uno di loro mentre il responsabile gli allunga un assegno mimetizzato in una stretta di mano.

La fila per i disegnini è lunga 150 metri (più di quella per visitare il Davide) ed è popolata dalla tipica fauna dei “Senti Ma”.

“Il Senti Ma…” esordisce il tuo personale Piero Angela mentale.
“…deve il suo nome al tipico suono che produce quando esordisce nella conversazione lo si riconosce da vari indizi tra cui i venti chili di fumetti che tiene nello zaino per farseli autografare.

“Senti Ma…” esordisce il Senti Ma di turno.
“E’ vero che tu volevi fare il pittore ,ma non ti è riuscito e ora disegni fumetti?” chiede a uno dei più grandi autori del paese.

“Non credo proprio…” risponde con tono gelido e l’unico motivo per cui non s’incazza è che ha appena preso un altro assegno.

“Senti Ma i lucertoloni pretoriani torneranno nella serie?” chiede un altro Senti ma.

“Chi?” chiede il disegnatore che da anni non legge più la serie che disegna.

“No…non credo…non lo so…e comunque il futuro è in Francia.” commenta mentre si chiede in quale ristorante lo porteranno a mangiare la sera.

La fila scorre lentamente e mentre aspettate vi ripetete il vostro discorsetto …
“Salve signore, io sono un suo grande ammiratore. Ho molto apprezzato la storia con i Lucertoloni Pretoriani e mi chiedevo se torneranno mai…”

Sfortunatamente quando arriva il vostro turno arriva anche la pausa pranzo e l’autore viene rapito dal responsabile che gli borbotta all’orecchio:
“opportunità di pubblicazione…(ASSEGNO)…nuova testata…(ASSEGNO) …percentuale sulle vendite (ASSEGNO) e i due si allontanano seguiti dalla Guardia Imperiale Rossa.

Restate come un imbecille col vostro foglio bianco in mano proprio mentre passa l’Amico Muflone che esibisce un A3 a colori, (acquerellato in diretta) raffigurante I LUCERTOLONI PRETORIANI.
E la dedica: “al mio carissimo amico che sa sempre dove lascio il mio accappatoio…”

Sconsolati ripartite e vi dirigete verso l’area conferenze dove sicuramente potrete ascoltare qualche significativo intervento.

L’AREA CONFERENZE.

Semivuota e utilizzata in gran parte per mangiarsi panini e far riposare i piedi è già occupata dall’autore di serie B di turno.
Di forma vagamente “fiascoide” il sedicente sceneggiatore sta presentando il suo nuovo e originalissimo personaggio “RODDY VULVA”.

“Sì.” Conferma il Fiasco parlante.
“Roddy è proprio un poliziotto ed ha una pistola.”

“Senti, ma la sua pisola emette dei RAGGI MORTALI?” chiede il Senti Ma locale.
“Bè, al momento non posso e non voglio anticipare nulla ma vi assicuro che resterete stupiti, vi dico solo che la sua pistola spara!”

Brusio di sconcertato stupore.

Superato l’emozionante momento vi rimettete in cammino e vi concedete a qualche spesa pazza.

L’ACQUISTO.

Comprate alcuni numeri mediamente rari che qui pagate tre volte tanto, poi passate ad un paio di stand gestiti da vecchie inacidite e befanesche che vi guardano male perché temono che gli rubiate qualcosa, infine andate ai mega stand della grandi case editrici dove giovani dall’aria incazzata vi guardano male perchè temono che gli rubiate qualcosa.

Tra gli oggetti acquistabili trovate giganteschi GOLDRAKE, improbabili Lamù a grandezza naturale, spade laser quasi funzionanti e così via fino ad arrivare ad uno stand dove sono esposte meravigliose riproduzioni di Alien, Predator ed altri personaggi famosi.
Perfetti in ogni dettaglio sono grandi quanto il vostro cane e costano un’ira di Dio.
Osservate con invidia signori dall’aria benestante che se li comprano a suon di carte di credito e allontanadovi lasciate un lungo rivolo di saliva di rimpianto.

LE CHIACCHIERE.

Dopo qualche ora cominciate ad incontrare i vostri simili e conoscenti.
Se siete solo un collezionista troverete il vostro omologo che esibisce gli acquisti fatti, se siete un addetto ai lavori estrofletterete la vostra “PINNA CRANIALE” nella consueta esibizione di “cosa sto facendo io e cosa stai facendo tu”.

“Io lavoro per tizio. Io ho pubblicato con Caio. Sempronio fa una miniserie con me ecc. ecc.ecc.”
Tale fase può essere veloce ed indolore se non gli si da molto peso o può essere INFOGNANTE se si casca nel meccanismo competitivo del chi ce l’ha più GROSSO.

In linea di massima si finisce quasi sempre per uno sconfortante pareggio poiché anche i più accreditati del sottobosco (“io lavoro con Alan Moore”) finiscono per chissà quale motivo per non fare mai un cazzo.

La domanda che tutti si pongono è: “DI COSA CAMPANO?”.



Tra un immersione e l’altra si esce e ci si rigenera fuori dove (se non piove) si può beneficiare di una rinfrescante boccata d’aria e di spettacoli assolutamente unici.

I COSPLAY

I “Costume Players” (persone che giocano indossando i costumi dei loro personaggi preferiti) si aggirano all’esterno simili a formiche impazzite , talvolta si aggregano in improbabili duelli fatti con spadoni di gomma, mentre le loro “donne” arrancano con costumino di carta da cui affiorano le debordanti ciccie.
Per dovere di cronaca è necessario segnalare però che per 10 di tal guisa ve ne sono due discrete che fissano il nulla vestite da Winx.

Tra i cosplay riconosciamo un GOLDRAKE fatto di cartone che si aggira rigido e inteccherito (perché ha dimenticato di farsi le articolazioni alle ginocchia), un Van Helsing che sta morendo soffocato sotto un impermeabile di finta pelle di plastica ed un numero imprecisato di anonimi ed ignoti personaggi MANGA che la vostra scarsa cultura in materia vi impedisce di riconoscere.

“Minotauro rampante!” grida l’UOMO Blatta che ha appena vinto il primo premio mentre i “CARTOON BOY” (attempati signori calvi di 55 anni ) suonano Jeeg Robot d’Acciaio in versione rock.

Tra uno spostamento e l’altro rincontrate ossessivamente le solite persone che vi dicono le stesse cose e con le quali all’inizio vi salutate calorosamente , poi con un cenno della testa e che alla fine fate finta di non vedere.

IL DISLESSICO.

Personaggio ricorrente si ripresenta ad ogni mostra e vi saluta ricordandosi di voi perché 10 anni fa vi ha chiesto di fare un fumetto per la rete.

“Oh, io Fumettolo, Fu…pubblichi, solo lollolo !…Multimedialo Windimmi!”

Da anni lo incontrate puntualmente vestito da uomo manager in compagnia di una bellissima ragazza mono-neuronica che ride al suo seguito.
In più d’uno sospettano che l’affitti solo per l’occasione.

Quando la vostra insaziabile sete di acquisti comincia a placarsi iniziate ad esplorare gli altri padiglioni e finite così in quello per bambini (perennemente deserto), in quello della beneficenza (più che vuoto, letteralmente MORTO) dove vi chiedono 5 euro per aiutare i bambini del terzo mondo (ma voi sfortunatamente avete appena comprato l’ultimo numero di STROLLO che costava appunto 5 euro…) ed infine la zona adibita ai GIOCHI VARI…

LUCCA GAMES.

Un enorme padiglione popolato da plastici, soldatini, schemi di gioco, modellini e quant’altro si possa immaginare vi si presenta davanti.
Gli avventori/giocatori si accalcano lì da giorni (e lo si sente perfino dall’odore) alcuni di loro si sono fatti impiantare un catetere solo per potere evitare di andare al bagno e li vedete assorti, convinti e febbricitanti mentre lanciano dadi su dadi.

“Ho fatto un arcano incantesimo della gattamelata!” esclama uno entusiasta.
“Sì, ma io ho sempre lo scudo purpureo…” replica l’altro.

Alcuni indossano cappelli da mago o strega, altri si sono fatti fare improbabili disegnini sulla faccia con pennarelli e colori tossici ed altri ancora hanno denti finti da vampiro, orecchie finte da elfi e cervelli finti da persone normali.

Tutti accomunati dalla passione per la fantasia , tutti rapiti dai loro sogni , li osservate mentre cercate di immaginarveli tra 50 anni….

(“Scudo purpureo!!!!” grida un vecchio novantenne legato ad un letto di un ospizio).

Piano, piano (passando di padiglione in padiglione) l’ora della chiusura si avvicina, il sole tramonta, gli stand cominciano a chiudersi, gli zainetti strapieni tornano sulle spalle e su tutto e tutti cala un’atmosfera di pesante malinconia…
La festa è finta, l’ora di accomiatarsi si avvicina e mentre tutti si salutano con strette di mani e abbracci vi avviate verso l’uscita.

“Ehi ci si vede domani?” vi chiede il venditore di action figures a cui avete pagato mezzo mutuo.

“Certo! Domani , dopodomani e dopodomani ancora”

Dopotutto non è ancora finita…
1410.06

Nota dell'autore:
per maggiori informazioni sui Senti Ma leggetel'omonimo POST: IL "SENTI MA".

23 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Primo! Primo! Stavolta commento per primo. Che dire del nostro Max? Che analizza il fenomeno masmedilogico dei comics con la precisione del patologo di CSI. Cinico ed esilarante, estrae le nostre interiora e le analizza alla luce accecante della satira, mostrandoci quello che abbiamo sempre cercato di nascondere nel tentativo parossistico di darci un tono, ovvero che siamo tutti dei rincoglioniti che si prendono troppo sul serio.

Quando ti deciderai a mettere a posto tutta la tua raoba io sono pronto a mandarla ad un paio di editori. No, tranquillo, non quelli che fanno fare la faccia disgustata alle ragazze del punto accrediti.

2:28 PM  
Anonymous Anonimo said...

oh bè, hai dedicato il post al muflone... bravo, bravo, continua così...
dov'è la scolorina per cancellare la scritta sul pass?!?

Comunque è un post meraviglioso!
Fatto col cuore.
si vede che ami lucca.
adesso però smettila di mandarmi le mail col conto alla rovescia. sono tre mesi che vai avanti così!

Pier

3:35 AM  
Anonymous Anonimo said...

Io ci sono stato all'interno della misteriosa stanza Bonelliana, ma mai rivelerò le infinite delizie di quel gioioso luogo dove diecimila persone depositavano cappotti, borse e pranzo al sacco :-)
Riguardo alle domande dei "Senti-maaa...", la più angosciante mi capitò quando un ragazzo mi chiese come coloravamo le pagine degli albi...
Conservo ancora con amore tutti i pass delle fiere a cui ho partecipato. Tutti appesi ad un cordone, una lunga catena che gingilla quando l'aria la sfiora...
e un paio di volte hanno sbagliato il nome.
Eh, destino gramo...

6:47 PM  
Anonymous Anonimo said...

Io faccio parte della GRANDE E FAMOSA CASA EDITRICE, ma confesso che mi è sfuggito il giro d'assegni di cui parli... e comunque, il futuro non è in Francia. There's No Future, come cantavano i Sex Pistols.
Anonimo Insoddisfatto

4:41 AM  
Blogger MAX GUADAGNI said...

"TUTTO è RELATIVO" e l'esagerato afflusso di assegni da me paradosalmente descritto è metafaoricamente rappresentativo del "CAVOLO DI NIENTE" che gli altri disegnatori, sceneggiatori, coloristi ecc. ecc. spesso ricevono per il loro lavoro.
Percui: voi di assegni (o di bonifici bancari) ne ricevete ALMENO uno ....gli altri spesso manco quello.
Così come il GETTONE di presenza a LUCCA, le copie gratis delle pubblicazioni a casa, gli inviti a destra e a manca che (alcuni di voi hanno non negatelo) nonchè tutta una serie di facilitazioni (più che meritate , per carità) di cui beneficiate, questo semplicemente perchè la vostra CASA EDITRICE (con tutti i miliardi di difetti che ha) è comunque SERIA e PAGA.

Quindì alla fin fine il VOSTRO problema è una scarsa (o spesso ridotta) realizzzione ,ma il nostro (creativi in generale del sottobosco) è MANGIARE.

Mi segui Anonimo Insoddisfatto?

Poi (se hai fatto anche tu la gavetta) sai bene di cosa parlo.

Per il discorso Francia sono perfettamente d'accordo con te che "IL FUTURO NON E' LI' " ,ma tanti tuoi colleghi hanno fatto due BALLE così (gesto ampio di apertura braccia...) descrivendo "quanto sono ganzi, quanto sono professionali, quanto sono FRANCESI ecc. ecc. ecc." , al punto di tritarle (le sopracitate) quantomeno al sottoscritto.

Aggiungendo oltretutto che anche i francesi (per quanto bravi, nazionalisti e signori) non sono FESSI ed hanno già modificato le loro tariffe alla bisogna , realizzando che NON tutti "les italien" sono MANARA o SERPIERI (fortunatamente aggiungo io) e che quindì si possono pagare anche MOOOLTO meno.

Infine biosgna sottolineare che gli autori Bonelli che conosco io (e forse tu sei uno di loro) sono persone "NORMALI" che hanno un buon rapporto con se stessi e con i lettori ,ma ci sono anche quelli che "SE LA TIRANO " come se ce l'avessero di GOMMA (non so bene che cosa...) e che hanno esattamente quell'atteggiamento PAPALE , CARDINALIZIO o VESCOVILE che ho velatamente descritto nel post...

Comunque sul "no FUTURE" siamo (ahimè) assolutamente d'accordo.
Il mio unico invito è a ricordarsi sempre che ANCHE UN SOLO ASSEGNO è meglio di NESSUN ASSEGNO.

MASSIMILIANO

6:20 AM  
Anonymous Anonimo said...

ciao anonimo insoddisfatto!
penso che il tuo nick dia ragione a max.
il giro di assegni ti è sfuggito penso per DUE ragioni:

1- non hai inteso (ma non voglio crederlo, altrimenti vuol dire che chi fa questo mestiere a livello professionale perde il senso dell'ironia, oltre che al "sense of wonder", e allora, meglio cambiare lavoro) che, appunto, la cosa è ironica e serve a rimarcare la differenza tra una casa editrice comunque seria, e la massa di raccattati, improvvisati etc che c'è fuori, e che, di norma, non solo non pagano, ma rompono pure le balle, e rovinano il mercato a piccole realtà magari meritevoli.

2- non hai visto il giro di assegni perchè può darsi che sei un "cucciolo". hai fatto qualche nn, qualche dd, ma ancora hai un percorso in crescita... ringrazia dio che ti pagano... o sei uno di quelli che solo perchè hanno fatto un numero di dd o nn si credono "autori"? gli assegni incominceranno ad arrivarti (non come ci si scherza su qui sopra) quando incomincerai a fare le tue cosine, e imbroccherai le persone giuste e il tuo prestigio incomincerà a farsi strada. e allora, vedrai che anche poco, per qualsiasi str*****ta ti venga chiesta, sarà messo in conto che qualcosa in cambio ti debba essere data

hai perfettamente ragione su una cosa. non c'è futuro. io lo dico da una vita, ma non mi credono e mi sberleffano. vabbè.
e il futuro non è in francia, certo.
ma è anche vero che avete rotto le palle. ho un progetto per la francia, facciamo una cosa per la francia, tutti hanno qualcosa per la francia. la madonna di lourdes ha meno pellegrini del pulmino della anonima che va ad angouleme. per cui si ironizza anche su questo.

anche lì, ci sono differenze. a me arrivano i soliti raccattati che hanno delle proposte per la francia (poi se va bene finiscono su roddy vulva! ho imparato, eh max?), l'autore della seria casa editrice (quello vero, quello che sa il fatto suo, intendo... quello scafato) in francia ci va quando per qualche misteriosa alchimia, ha un contatto diverso dal: "andiamo a vedè chi c'è là", oppure dal: "ho parlato coll'assistente dell'uomo delle pulizie della segretaria del responsabile marketing della ditta freewilly" che fa i pupazzetti per la glenat. (io ci sono andato per divertirmi, grazie a dio... e mi sono divertito un mondo, il paese dei balocchi). e l'aver fatto parte di una seria casa editrice ha dato all'autore serio un bagaglio di esperienza nel trattare e nel riconoscere chi contattare, un giro di conoscenze ed un savoir faire adatto all'occasione.

insomma, via! anonimo insoddisfatto, pensa a chi vorrebbe fare quello che fai tu, e invece deve fare per almeno 8 ore al giorno (pagate 5 euro lorde) un mestiere di merda, sentirsi davvero insoddisfatto e non realizzato (perchè qui non si tratta solo di "vorrei disegnare questo, ma non me lo fanno fare", ma proprio di "vorrei disegnare"), dalla carriera e la prospettive veramente inesistenti; che quando ti va bene hai gente fuoriuscita dal sottobosco che ti contatta e ti dice: "vorremmo che tu facessi delle illustrazioni per il ns roddy vulva! ci piace molto quanto disegni."
e tu: "grazie, parliamone. è previsto un compenso? (chiaramente non subito, altrimenti muoiono o fuggono o chiamano la polizia)"
"per te no, perchè sai abbiamo chiesto al famoso ****** (non si fanno nomi, tra l'altro è un caro amico) di fare un paio di disegni... e sai... LUI lo dobbiamo pagare!".
oppure: "ci piace come disegni, vorremmo che tu facessi una storia in stile cavazzano (soldi niente come al solito)".. gli piace come disegno, ma la vogliono come la farebbe cavazzano... chiederlo a giorgio, no, eh?!? lì bisogna aprire il portafoglio (o cmq bisogna solo pensarlo, di aprier il portafoglio!).
grazie della considerazione!
io ho smesso di disegnare. ho da pagare un affitto. ho ancora il vizio di mangiare. non disegno storie con lo stile di altri.

pensa a queste cose e secondo me, un pò meno insoddisfatto ti ci sentirai. e forse ti basterà quel singolo assegno o bonifico, in attesa del giro di assegni un pò più grosso.

infine ragazzi... disegnate fumetti. pensate a chi salva vite o a chi spala carbone in miniera, che deve dire.

OOOH, mi sono sfogato! nulla di personale, anonimo insoddisfatto, ma è che da un pò di tempo i disegnatori incominciano a starmi un pò sulle palle, un giorno forse ti spiegherò anche il perchè...

per jack (che ha colto il senso ironico della cosa)... da bravo senti ma, anche io ho il mio totem di pass...

per max: :P

10:22 AM  
Blogger MAX GUADAGNI said...

Ho svegliato il MASTINO che in Pier...
Scherzi a parte resta la mia considerazione originale: tutto è relativo.
LA GRANDE CASA EDITRICE non è il paradiso dei BALOCCHI da me ironicamente descritto nel racconto ,ma è pure sempre meglio di tante altre realtà.
E' ovvio che (dal punto di vista di chi vi lavora dentro da anni) spesso si ambisce a qualcosa di più e crdo soprattutto in termini di riconoscimento personale.
Del resto IL PERICOLO di una produzione seriale indiscriminata è LA NOIA. Chi se la passa meglio sono i CUCCIOLI a cui fa riferimento Pier nel POST precedente , quegli autori cioè approdati da poco alla GRANDE CASA EDITRICE, che sono sufficientemente "giovani" e FRESCHI da godersi gli aspetti positivi: la paga sicura, un minimo di prestigio, il plauso dei lettori ecc. ecc.
Gli altri (I NAVIGATI ed in particolare quelli coi un certsenso critico) è ovvio che risentono della dura realtà:
LA NOIA, la RIPETITIVITA' e lettori non sempre dotati di una grande cultura fumettistica. Basti pensare che uno dei fattori più amati del lettore seriale (italiano) è la QUANTITA'...da qui il successo di BALENOTTERI da 200 pagine e così via.
Se avete dubbi (ed un minimo di capacità di critica) andate in qualsiasi FORUM dedicato a fumetti e troverete apprezzamenti entusiastici per prodotti (della GRANDE CASA EDITRICE) a dir poco raccapriccianti...

Ma, d'altro canto, alla fine fine biosgna ricordare che "SONO SOLO FUMETTI"...


MAX

4:44 AM  
Anonymous Anonimo said...

quanti soldi ho lasciato allo stand star comics e successivamente a quello Marvel (prima di capire che in fumetteria risparmiavo decisamente e trovavo anche le copertine "solo" x lucca)...quando mi vedevano arrivare stendevano il tappeto rosso!
Non ho mai imparato che prima dovevo fare un giro e poi comprare, perciò girovagavo sempre fiero con i miei due bustoni ipercarichi da ernia al disco, fra stand e padiglioni, per ore ed ore.
Nicco

5:24 AM  
Blogger Alex "AxL" Massacci said...

oddio oddio si è accesa la discussione qua!ed io che volevo solo scrivere: "visto che da quest'anno si cambia il tuo post sa molto d epitafio"
ma mi sembra doveroso ora aggiungere qualcosa d serio: max ha perfettamente ragione E nell'ironia del post E nella sincerità della sua risposta all'anonimo bonelli(scusate ma xchè nn si può scrivere questa parola?!),così come ho apprezzato lo sfogo sincero di Pierpaolo.Anche l'anonimo ha le sue ragioni (anche se FORSE ha mancato un po' d ironia)perchè sembra quasi che x il mercato francese ci abbia lavorato e sia stato tranvato (e da qui l'insoddisfazione)..Alessandrini mi disse che il mercato francese, secondo lui, andava bene agli esordienti..perchè Autremère nn era stato spinto a sufficenza.
A me che sono ankora un novellino lavorare per la francia piacerebbe...perchè nessuno mi chiederebbe mai d fare un prodotto bonelliano in 5 mesi pagando 30 euro a tavola...ma so bene anche che le collaborazioni in francia non danno garanzie di continuità...il che effettivamente va bene per chi un nome se lo deve fare.
Alessandrini aveva ragione...anche se i motivi che lo hanno spinto a dire quella cosa differiscono dai miei.
Ora che ho detto la mia potete dormire più sereni, vero?!
eheheheheheh
in bocca al lupo a tutti

10:12 AM  
Anonymous Anonimo said...

Oddio... sto per andare al Lucca Comics senza lo zaino (con la tracolla), con pochi soldi (quindi niente busto di alien o predator) e senza cosplay... mi accetterrano?
Vabbeh, splendido articolo, divertente ed ironico... per inciso: io mi porto dietro il primo numero originale disegnato da uno degli autori della Grande Casa Editrice per farmelo autografare (vabbeh, orgoglio di figlia con padre cresciuto a pane e fumetti), normale no?
Riguardo al lavoro di disegnatore, illustratore e quant'altro: ci trovo sempre più pericolose somiglianze con il mio di lavoro: sottopagata (o non pagata), sfruttata e a volte lasciata a casa dopo aver lavorato.

Monja.

2:58 PM  
Blogger MAX GUADAGNI said...

Io da Lucca sono appena tornato...
E' stato una sorta di vero e proprio "viaggio" (trip sarebbe il termine esatto)...ogni volta mi sorprendo di come per 4/5 giorni tutta la grigia realtà venga spazzata via dalla fantasia e da altrettanti (numerosi) casi clinici. Credo di avere pagato almeno un paio di affitti ad alcuni venditori...di sicuro si ricorderanno di me e quando sono andato via quasi piangevano...
E ora dovrò aggiungere altri scaffali e comprare nuove buste...
Poi vado in letargo fino all'anno prossimo.

MI RACCOMANDO: NON PERDETE IL PROSSIMO POST DEDICATO A LUCCA 2006


MAX

2:26 AM  
Anonymous Anonimo said...

Mio Dio...
Ieri sera mi hai gelato il sangue, quando mi hai detto:
circa -360 a Lucca!!!

6:49 AM  
Anonymous Anonimo said...

Tornato pure io da Lucca, con 1040 chilometri segnati sul contachilometri dell'auto, e voglia di dormire per un bel pezzo.
Chi lo sa, forse perchè in passato fui tra i privilegiati che poterono sostare all'interno di quel box privilegiato del Grande editore, mi ha fatto una bella impressione vedere che taluni di coloro che dedicano le loro ore lucchesi a fare la fila dal grande editore, si ricordavano di me anche adesso, facendo un po' di fila anche dove stazionavo ora. Mi piace pensare che sia perchè a suo tempo, quando stazionai in cima a quel mondo dorato, mai detti di matto e sempre mantenni un'atteggiamento amichevole e disponibile con i lettori (o almeno nei miei folli deliri mi illudo così...). Gente, alla lunga ricevere riconoscenza da loro dopo tanti anni è un'emozione unica.
Ora attendo il post di Max su Lucca 2006, per vedere l'effetto che fa... :-)

7:58 AM  
Blogger MAX GUADAGNI said...

Letto così il post di jack suona un pò come l'epitaffio di un uomo che era un Dio ,ma che ora è stato bandito dall'olimpo...
Ed è un peccato perchè per quel poco che lo conosco meritava di restarci più a lungo ,anche solo per il fatto di essere appunto un Uomo...
Io al solito ho incontrato un sacco di gente che NON rientrava in questa categoria (gli UOMINI...) ,ma piuttosto in quella delle "comparse" o dei "figuranti" da fiera che ogni anno si accalcano a Lucca.
Alcuni mi hanno chiamato perfino "collega"...(non quelli della Grande casa editrice intendiamoci) ,ma quelli del sottobosco che ,solo perchè mi vedevano con un pass appeso al collo, pensavano "ah...allora lo saluto...".
FUFFA...tanta, tanta FUFFA ...ma mi sono divertito lo stesso un casino.
Ragazzi mancano solo 358 giorni circa alla prossima edizione...

MAX

10:47 AM  
Anonymous Anonimo said...

anche quest'anno mi sono scordato lo zaino...mannaggia alla pupattola! E così sono andato in giro per Lucca con 8 buste rigonfie per braccio.

"Comprate alcuni numeri mediamente rari che qui pagate tre volte tanto" e "La lista è cosa buona, la lista è vita. (Ed anche assolutamente INUTILE poiché neppure lei vi impedirà di comprare almeno due volte lo stesso albo)." sono due genialate veramente reali! Complimenti! Aspetto un nuovo post con trepidazione.
Nicco

8:19 AM  
Anonymous Anonimo said...

Perfetto e puntuale come sempre!!! Il buon Max ha analizzato esaustivamente il fenomeno lucchese. La sua dialettica e il suo modo di porsi verso l'appassionato medio è sintomo di intelligenza superiore e soprattutto di una forma mentale estroflessa verso l'infinito. La prosopopea con cui ci ammannisce le sue riflessioni lo fa assomiliare sempre più ad un poeta semantico.

Che dire... la rete sembrerebbe più povera senza la lettura del "pensieroguadagni".

PS: tutti hanno un totem con i pass, è sintomo di potere assoluto !!!!!!!!

10:11 AM  
Blogger MAX GUADAGNI said...

Se NON fossi sicuro di NON averlo fatto direi che quest'ultimo commento me lo sono scritto da solo...
L'ho fatto?
No. Me lo ricorderei.
Allora o chi l'ha scritto mi è veramente molto amico o io sono VERAMENTE molto bravo...

Okay: è veramente MOLTO amico.

(Ma firmate almeno!)

Grazie comunque!

10:19 AM  
Anonymous Anonimo said...

allora! il post su questa fantastica lucca 2006?
a proposito il countdown a quanto è sceso?

1:22 AM  
Anonymous Anonimo said...

ALLORAAAAA?!?
post su lucca 2006!!!

8:21 AM  
Anonymous Anonimo said...

non ci posso credere. dovevi ancora andarci e hai descritto la fiera come poi è stata (quindi o vedi nel futuro o lucca alla fine è sempre uguale). In effetti la fiera la fa chi vi partecipa (e chi vi lavora) e quindi se si conosce la fauna...

lucca 2006: ho passato dei giorni bellissimi grazie a Max e le belle persone che gli girano attorno. Quindi ringrazio tutti.

w lucca
w le felpine
w la mia nemesi che ogni volta cambia ma ogni volta (a lucca) c'è

Cliff

9:56 AM  
Blogger MAX GUADAGNI said...

Sono stato molto bene anche io.
Talmente bene che non sono riuscito a scrivere il pezzo sull'edizione 2006...
Quando le cose sono "perfette" non mi viene da scrivere NIENTE e questo vale per ogni altro post.
L'ironia dissacrante scaturisce dalle contrarietà...e Lucca 2006 (grazie agli amici che avevo intorno) è stato tutto fantastico...
Ma ho ancora tanto FIELE da sputare su altre cose!

MAX

10:01 AM  
Anonymous Anonimo said...

Aahahhahha!!! non riuscivo nemmeno a scorrere in verticale la pagina delle risate!
Prof, per usare un francesismo mi hai fatto buttare via dal ridere...

Sara' che amo tanto Lucca e che capisco perfettamente l'ironia nelle cose che descrivi! Cmq sei stato un po' cattivello nei confronti delle donne in questo post...non e' che sei un po' maschilista?

Ehm ci si vede in classe.. e poi ovviamente a Lucca comics (sempre che tu mi riconosca XD...e con questo ho detto tutto!!!)

11:56 AM  
Blogger MAX GUADAGNI said...

Una nuova allieva lettrice Simo?
Spero proprio di SI'.
MASCHILISTA?
No. Politicamente scorretto?
TANTISSIMO.

Ti aspetto a Lucca....("sempre che tu mi riconosca"?)...

ODDIO HO UN'ALLIEVA COSPLAY?!!!!

Questa mi mancava...




°______°

12:55 PM  

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