26.8.06

IL DISGUIDO

Tra i tanti aspetti affascinanti del settore creativo quello che mi ha sempre colpito per la sua originalità è il “pagamento posticipato”.
A 30 giorni, a 60, a 90 e addirittura a 180 , il tempo di attesa per essere pagati ha evidentemente analogie con gli angoli della geometria ed in alcuni casi si arriva anche a 360…quando cioè non ti pagano e basta.
Che si tratti di fumetto, di illustrazioni, o di altre cose analoghe in nessuno di questi settori è contemplata quella barbara usanza detta “pagamento alla consegna”.
Io stesso un giorno ,in un impeto anticonformista, sono andato da un fornaio , ho comprato un chilo di pane e al momento di pagare gli ho detto “ci vediamo a 90 giorni.”

Lui mi ha detto “ma vaffanculo.”

Da ciò si evince che non tutte le regole di pagamento sono applicabili nel quotidiano.

Le motivazioni di tali pagamenti posticipati sono molteplici ,ma quella che più spesso mi è stata presentata dai miei clienti è la seguente: “prima dobbiamo aspettare che rientrino i soldi”.

Perché? Sono usciti? Dove sono andati? Li avete investiti in azioni della Parmalat?
Non ho capito. Cosa cavolo significa?

In realtà il significato è:
prima noi ti facciamo fare un lavoro di due o tre mesi, (durante il quale tu puoi nutrirti di bacche o andare a fare il viados) , poi (quando tu hai finito il lavoro, noi lo abbiamo stampato, distribuito, e ci siamo fatti una vacanzina per un altro paio di mesi per i cazzi nostri ) allora e SOLO ALLORA TI PAGHIAMO. (Forse).

“Ah… ecco come funziona!” pensai la prima volta che mi trovai in questa situazione.

Tenete presente che il caso che vi ho appena descritto è quello ottimale, ossia il caso in cui si ha a che fare con un cliente singolo e privato.
C’è poi l’eventualità di un coinvolgimento di un Ente Statale, quando cioè il compenso che voi dovete ricevere fa parte di un più cospicuo e sostanzioso finanziamento che viene stanziato dalla Regione, dal Comune o da strutture simili.
In questo caso ( a meno che voi non trattiate direttamente con l’Ente) c’è quasi sempre un TRAMITE o meglio una ditta di qualche genere che ha vinto l’appalto e che a sua volta ha richiesto i vostri servigi.
Ora dovete sapere che tali ditte hanno quasi sempre una conduzione familiare e una gerarchia tipicamente piramidale che ha al suo vertice il “grande” creativo (spesso meno grande di quanto voglia dare a credere) seguito a ruota dalla moglie (figura generalmente di secondo piano remissiva e trasparentemente inconsistente) e da un nugolo di figli , figlie e collaboratori vari cresciuti nella schiacciante ombra della personalità paterna.

Tale ditta usufruisce per prima dei fondi, compra materiali e attrezzature varie (generalmente dalla stessa ditta che guarda caso possiede un altro membro della famiglia) e successivamente arruola i vari creativi per fare il vero lavoro.
Quando ci si azzarda poi a chiedere gentilmente che fine abbiano fatto tali fondi arriva la risposta tipica che “se c’è di mezzo un ente statale non si sa mai quando i soldi arrivano ,ma prima o poi arrivano sempre…”
Che a me ha sempre saputo di un commento criptico alla Tolkien ,qualcosa tipo:

“Il premio finale che tutti quanti ci attende è sicuro ,ma la strada è impervia e piena di avversità…i Troll, gli Orchi , il Ritorno del Re ecc. ecc. aspetta e non rompere le palle.” disse Gandalf accendendosi una sigaretta e sputando per terra.

Per sopravvivere a queste fastidiose attese e tutelarsi un minimo i creativi sono ricorsi ad un’invenzione geniale quanto elementare: L’ ANTICIPO.

L’anticipo è quella sezione di tessuto umano che fa parte del vostro datore di lavoro e di cui lui non vuole separarsi se non tramite un intervento chirurgico ,una separazione che è un vero e proprio PARTO.
Il vostro cliente non riesce a darvi l’anticipo.
Non perché VE LO NEGHI ,ma perché proprio non può!
E’ un fatto clinico certificato: le braccia si fanno corte e artritiche, le dita si serrano attorno al portafoglio la memoria cede , si dimentica dove si è messo il libretto degli assegni e qual’ora lo si ritrovi una semiparesi impedisce di firmarlo.



Se poi (per intervento divino o per un taglio cesareo) si riesce ad ottenere un anticipo è bene tenerselo stretto e non dilapidarlo in auto veloci o libagioni varie , mettetelo in un’incubatrice ed aspettate perché non è detto che vediate il saldo.

Tra l’emissione dell’anticipo e la fine del lavoro può infatti accadere DI TUTTO.
Il cliente può fallire e svanire nel nulla, il cliente può essere arrestato e svanire in galera o semplicemente può cambiare idea fregandosene altamente degli accordi presi con voi e dicendovi “c’è stato un DISGUIDO”.


Il disguido varia e spazia di gravità e pericolosità.
C’è il disguido tra cifre LORDE NETTE.
C’è il disguido sullo zero in meno che non è uno zero ,ma una faccina smile.
C’è il disguido sul fruitore del bonifico che non siete voi ,ma un certo Nelson Procione.

Non sto scherzando.Capita. E’ colpa della segretaria , è colpa dell’aria rarefatta nell’ufficio che impedisce una valida propagazione delle onde sonore, è colpa di quei Topi Atomici che la notte emettono radiazioni gamma nella cantina del vostro datore di lavoro.
Le scuse sono molteplici e tutte validissime (anche quella dei Topi Atomici) e voi per una insana sindrome di Stoccolma crederete quasi a tutto perché l’alternativa sarebbe ammettere che (di nuovo) qualcuno vi ha violato sotto la coda.
Ma il disguido resta.

Voi mi direte: “ma abbiamo un contratto!”

E’ vero. E se ve lo siete letti bene , se siete sicuri che non ci siano postille ed errori di battitura siete proprio in una botte di ferro…pronti per essere buttati a mare con Nelson Procione.

Questo perché voi avete in banca sì e no 5000 euro mentre il vostro sedicente datore di lavoro ha già cambiato nome all’azienda 12 volte, ha un conto in svizzera codificato, un avvocato che nuota nel suo acquario personale soprannominato LO SQUALO ed ha tutto il tempo e i mezzi per farvi dissanguare lentamente.

Naturalmente non tutti i clienti sono così.

Non tutti sono spietate macchine per fare soldi o per sfruttarvi, spremervi come un arancio e poi buttarvi in un secchio della raccolta differenziata.
No. Ci sono anche quelli buoni.

Persone tristi, piccole, poco abbienti, che lavorano in strutture piccole, tenere e morbidose , nate da poco ,ma cariche di buoni propositi.

Sono i COCCOLONI-TENERONI e sono peggio degli squali.

Non hanno un euro ,ma vi vogliono bene , credono in voi e questo lavoro è per tutti un investimento. Hanno volti e facce da rassicuranti nonni, canuti come orsacchiotti vi trattano da nipotini, vi danno le caramelle e pacche sulle spalle, grattini sulla schiena e complimenti per i vostri lavori ,ma di soldi neanche l’ombra.

Vi garantiscono un futuro radioso, vi promettono improbabili edizioni rilegate , vi garantiscono percentuali oltre le ventimila copie vendute (peccato che ne stampino solo diecimila…) e vi parlano col cuore malati in mano delle loro disgrazie:

“Purtroppo questo è stati un anno duro anche per me…” vi dicono mentre accarezzando Django, il loro cane cieco dalla nascita.
“Dopo l’11 Settembre tutto è cambiato…”
“Mia moglie è morta l’anno scorso.”
“Devo operarmi di prostata…”

Ecc. Ecc. Ecc.

“Ma allora…”mi chiederete voi “…sono tutti così? Non esistono persone di cui fidarsi?”

No, certo che ci sono…quelli di cui vi potete veramente fidare e che a loro volta si fidano ciecamente di voi e delle vostre idee .
Persone che sanno apprezzare il vostro lavoro , sostenervi e infondervi coraggio e voglia di fare. Persone come queste esistono e si trovano tutte nello stesso posto , su una bellissima isola dove vivono felici insieme al signor Roorke e al piccolo Tattoo , sempre pronti ad accogliervi vestiti di bianco e con le ghirlande al collo per gridarvi: “BENVENUTI A FANTASILANDIA!”

(Sigla: naa naa na naaaaaaa… Na na nana naaaaaa…)

2608.2006

Dedicato a Pier e a tutti i miei colleghi creativi.

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

EH EH EH Bellissimo...c'è anche un'altra soluzione al non pagamento, ovvero il terrorismo costruire piccole bombe artigianali da piazzare in auto o casa degli editori. Oppure in alternativa trovare hacker a cui commissionare l'invio giornaliero o mensile di virus a mancato pagamento. Uniamoci e lottiamo!!!;-)

3:03 AM  
Blogger Pierpaolo Putignano said...

"mi dispiace, ha capito male... non era scritto milioni, ma vilioni"
grazie della dedica

1:09 AM  
Blogger Giacomo Pueroni said...

Eh, si, triste realtà. La segretaria che ti chiama a casa per dirti che con la ricevuta non hai dato loro il numero del conto bancario (il tutto spedito il giorno prima) e loro non vedono l'ora di pagarti immediatamente, è uno di quei casi RARI e PREZIOSI, da conservare tra i tuoi ricordi più cari,perchè nessuno ti crederà mai, e (sopratutto) NON si ripeterà.

2:49 AM  

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