28.9.06

IL COLORISTA

Seduto al tavolo di cucina le mie gambe non toccano terra, il pennarello è enorme nella mia mano e Yoghi mi guarda mentre cerco di riempire gli spazi del mio album da colorare.Un piccolo lembo di lingua mi sporge dalla bocca e ce la metto proprio tutta per fare un buon lavoro. La vita è proprio bella!



Trentadue anni dopo...



Seduto davanti al mio PC gli occhi mi bruciano da impazzire , la schiena urla la sua protesta e intorno a me sembra che sia passato un uragano:
abiti accatastati, letto ad rifare, infinite cartine di merendine del Mulino bianco e una serie imprecisata di CD, fumetti e resti di ogni altro genere.
Allo specchio vedo la faccia di un malato di mente : volto bianco, borse sotto gli occhi tipo Samsonite e un ghigno da psicopatico.
Abbruttito da un estate di lavoro l’unico pensiero che riesco a formulare è “DOVETE CHIUDERE LE LINEE MALEDETTI!” e mentre per l’ennesima volta “verso” il colore con il secchiello (dopo aver chiuso le fottute linee APERTE) mi chiedo:

da quanto tempo non vedo la luce del giorno?
C’è ancora vita (intelligente) là fuori?


E subito la risposta mi arriva dalla TV (mia unica fedele compagna) che mi rimanda le immagini dell’ennesimo Reality.

Per un attimo accarezzo l’idea di spegnerla o cambiare canale , poi osservo il telecomando …infinitamente LONTANO…ben oltre la tastiera, forse perfino ad un metro di distanza…
E lascio perdere.

Ma com’è che mi sono ridotto così?
E allora ricordo…




Grazie all’avvento della tecnologia un nuovo mestiere si è sviluppato, o meglio un vecchio mestiere si è evoluto e rinverdito creando la figura del COLORISTA DIGITALE.

Esistono vari tipi di colorazione: quella DENTRO i bordi, SOPRA i bordi , SOTTO i bordi e SOTTO PAGATA che è la più diffusa.

Nel processo di colorazione è indispensabile la collaborazione con il disegnatore che può essere di vari tipi:

LATITANTE (la migliore)
Il disegnatore dice al colorista “fai tu”, poi sparisce e non lo sentite MAI più in vita vostra.
Lo ritrovano in Messico dove ha aperto un bar e vive felice con una rumena.

TELEGUIDANTE
Il disegnatore da’ delle indicazioni più o meno precise al colorista dicendogli come lui si immagina alcune scene. Voi lo accontentate ogni tanto e per il resto fate come vi pare, se crea problemi gli sollevate questioni tecniche relative al programma e lo zittite dicendogli “non è possibile. L’Hard Disk non me lo permette , vorrei accontentarti ,ma non ho abbastanza RAM e il deflettore principale è già al 60 percento…se lo faccio rischio di dover riallineare le armoniche ”.
Per disarmare ulteriormente il vostro collega fatevi sempre chiamare sul cellulare in modo che sia lui a pagare.

COMPETENTE
Pericolosissima. Il disegnatore con cui lavorate ha anch’egli competenza tecnica o velleità di coloritore. In tal caso non si può giocare la carta del techno-bubble (linguaggio tecnico indecifrabile) ,ma si può stabilire un rapporto di dipendenza nei vostri confronti.
Negatevi, adducete problemi di famiglia e contrattempi vari ,meglio se vicini anche al suo campo professionale , tipo:
“con questi tempi ristretti non so se ce la farò, mi sa che mollo tutto e torno a lavorare al supermercato.”
Il timore di un ritorno a lavori innominabili farà scattare nel vostro collega un sentimento di fraterna simpatia.
Man mano che passa il tempo mostratevi stressato, confuso, sull’orlo del collasso, mentite sulle date e sui tempi, convincete i disegnatore che non farete MAI a tempo a finire il lavoro.
Questo farà scattare in lui una sindrome di Stoccolma che lo metterà nelle vostre mani.
All’ultimo istante tirerete fuori le tavole colorate che lui accetterà senza fare storie e tutto andrà a posto.

COMPULSIVO OSSESSIVO
Il vostro disegnatore non ha una vita sociale.
Non esce , non mangia, non si riproduce e vive in funzione di questo lavoro che per lui e IL Lavoro (con la L maiuscola) della sua vita.
In questo caso il vostro collega vi manderà un dettagliatissimo file di Word (o Acrobat) in cui è illustrato ogni singolo millimetro che dovete colorare.

“La tazzina che ha in mano il protagonista è di vetro di murano, ti ho allegato 10 mega di documentazione fotografica di una gita che ho fatto a Murano con la mia ragazza e ti mando 5 mega di foto della mia ragazza prima che mi lasciasse nel’89 e ti mando 12 mega di foto dell’anno 1989 quando lei mi ha lasciato per un elettricista della bassa padana”.

Difficilissimo da gestire tale personaggio deve essere contenuto, assecondato e circoscritto, cercate di spostare la sua attenzione su altro , parlategli di Star Trek o di esperienze comuni.

“Sì, anche io mi sono vestito da Power Ranger l’anno scorso!”.

Ma sappiate fin dall’inizio che anche questi saranno palliativi.
Alla quinta tavola vi telefonerà di notte per dirvi che ha trovato finalmente la tonalità giusta di verde per la tappezzeria di tavola 6.
Il giorno dopo ve ne manderà uno scampolo per posta prioritaria.
Alla decima tavola mi spedirà un tessuto della sua epidermide per farvi capire il colore della carnagione che vuole per il protagonista e vi terrà interminabili lezioni sulla luce “rifratta e riflessa” , nonché sulla cosiddetta RADIOSITY.
Se volete liberarvene chiedetegli un aiuto per colorare la scena del ferimento del protagonista.
Lui vi manderà un flacone di plasma.
Ditegli che non è arrivato (“questa posta non arriva mai!”) e lui continuerà a mandarvene fino a dissanguarsi.

Lasciamo ora il colorista e il disegnatore a giocarsi la loro partita e facciamo un passo indietro andando a vedere COME il colorista ha ottenuto il lavoro.

LA PROPOSTA DI COLLABORAZIONE.

La proposta arriva via e mail (il telefono ormai serve solo per scaricarsi le suonerie dei mondiali) ed esordisce con questo tono:
“Salve! Sono Sal Panegirico! (nel settore del fumetto tutti hanno sempre nomignoli tipo cani…Robb, Maxx, Sal ecc. ecc.) io e Tom & Jerry Catafalano stiamo lavorando ad una mini intitolata OBLADI’OBLADA’ e vorremmo chiederti se sei disposto a fare una prova per noi…”

LA PROVA.
Un tempo i giovani venivano iniziati all’età adulta con una prova da superare e oggi (nel ventunesimo secolo) niente è cambiato ed un bravo colorista viene iniziato ad un nuovo lavoro superando una prova (rullo di tamburi).
Di solito Sal (o chi per lui) vi manda una tavola in bianco e nero (generalmente ad una risoluzione spropositata tipo 2000 DPI, solo perché gli ruzza di incepparvi il computer per due ore) e su questa voi dovete fare la vostra colorazione.
Breve testo di accompaganamento:
“SALVE sono di nuovo io ..SAL! (ci tengono a sottolinearlo) ecco la tavola.
Vai libero! Fai come vuoi perché vogliamo che tu possa dare il meglio di te! Buon lavoro.
Saluti (faccine del cazzo varie) firmato: SAL!

La tavola in questione è di solito scelta con cura per essere o la più incasinata o la più brutta (ma voi non avete visto le altre e forse sono tutte così).
Il disegnatore è tale MICK Atalanatano e non vi dice nulla ,ma SAL (Ciao!) vi dice che ha collaborato con alla realizzazione di STROLLO (?).

Vi mettete al lavoro sulla vostra tavola con molta calma e lo fate a tempo perso perché prima hanno la precedenza i clienti paganti, quelli sicuri ed in generale quelli che hanno avuto la decenza di chiamarvi prima per telefono , nonché di presentarsi con nomi completi (Alessandro, Giuseppe, Fabrizio) e non Axl, Giuss, Fabbr.

Vi mettete al lavoro sulla colorazione, decifrate tutti i ghirigori del disegnatore, vi inventate di sana piante se è giorno o notte (perché senza sceneggiatura non sempre è facile saperlo) e poi spedite il tutto.

Dopo due o tre mesi , quando voi state già pensando agli stracavolacci vostri (e non certo ai loro)ecco che come per magia riaffiorano.

“Ciao sono SAL!!!!!!! Abbiamo visto la tua colorazione ,ma ci sembra troppo chiara, scura, rossa, verde, strana, opaca, albina cinerea ecc. ecc.
Ti va di farci un’altra prova? Un po’ più Gimenez ,ma fai tu, eh?”

Gliene fate un’altra. Con calma. A tempo avanzato e senza perderci il sonno.
E dopo tre mesi …

“CIAO SONO SAAALLLLLL! (più passa il tempo e più peggiora…).
Gepy Antolofano (lo sceneggiatore) mi chiedeva se puoi fare la prova un po’ più BRUNITA….”

A questo punto potete scegliere due opzioni:
mandare Sal, Mick, Giuss, Gipy, e Tom & Jerry tutti quanti affanculo

(Modalità consigliata. Premi Y se accetti).

O fare il diplomatico e restar sul cortese “Vi ringrazio sarà per un ‘altra volta ecc. ecc.)

(Modalità avanzata per navigati figli di buona donna che si lasciano una porta aperta. Premete N).

Quasi sicuramente non lavorerete più con questi individui ,ma la vostra ulcera gastrica ne beneficera’.

Nei casi in cui tutto “fili liscio” (parola grossa) e la collaborazione diventi effettiva si inizia la colorazione e facendo lo slalom tra le indicazioni del disegnatore e le farneticazioni dell’editore (nonché di chiunque si senta in dovere di darvi un suggerimento incluso il pizzicagnolo e l’idraulico) si arriva alla fase cruciale.

LA FASE CRUCIALE.

Tale fase coincide con il momento in cui il vostro organismo ha il rigetto di qualsiasi cosa stiate facendo e corrisponde più o meno alla fine del vostro lavoro (a volte capita anche col rapporto di coppia).
In questa fase, (proprio mentre vi pregustate la meritata vacanza), ecco arrivare il fattore Murphy che si annida in ogni angolo e anfratto della realtà così come voi la percepite.
Il fattore Murphy è il computer che decide arbitrariamente di fulminarsi il giorno prima della consegna, il CD masterizzato male che non arriva a destinazione o semplicemente la VOCINA PAZZA e sibilante che vive nel vostro cervello e che simile ad un serpente tentatore vi suggerisce cose assurde tipo:

“Braaavo. Hai finitoooo. Perché ora non ssssovrassscrivi tutti i fileee in basssa
riss soluzione ssssopra quelli in ALTA? EH?”


Non chiedetevi “perché” la Vocina Pazza vi suggerisca queste cose e non cercate di combatterla perché se si è messa in testa di farvi fare qualche cazzata….VOI LA FARETE.

Tenete presente che per ogni tipo di pubblicazione esiste una scadenza assurda ed insensata , dettata dal capriccio di qualcuno che serve altre Vocine Pazze che gli dicono cose come

“Sssssenti, perché non gli anticipiii la consssssegna di un messsssse? Eh?”.


Tali scadenze ovviamente sono sacre. Perennemente a ridosso di qualche improbabile Mostra , Fiera o Convegno di cardiochirurgia in cui bisogna avere per forza l’ultimo numero (A COLORI!) di STROLLO.

“E’ una questione di vita o di morte! Altrimenti devo fermare le macchine!”

“Io le macchine le fermerei buttandoti giù da un cavalcavia.” pensate voi mentre lo ascoltate al telefono.

E per un attimo, (mentre impugnate la penna della vostra tavoletta grafica immaginando di piantarla nella carotide di qualcuno) rimpiangete la faccia sorridente di Yoghi e Bubu…quando ogni cosa era divertimento e non una gran rottura di balle.

FINE.



“Bravooooo. Ora perché non pubblichiii quessssta pagina in modo che tuttiiii i tuoiiii clienti la legganoo? Eh?”

2709.06



Questo post è dedicato a Jack che è stato pazientissimo e bravissimo ,ma che soprattutto NON rientra in nessuna delle categorie di disegnatori sopracitate.
(...forse...) °____°

16.9.06

IL VECCHIO E IL NUOVO


Tra le infinite tipologie di potenziali clienti e datori di lavoro che caratterizzano il pittoresco mondo del creativo (e che rendono la sua esistenza assolutamente NON noiosa) ne vanno citate almeno due che spiccano per originalità e interesse scientifico: IL VECCHIO e il GIOVANE Editore.

Il Vecchio Editore è una figura leggendaria del campo editoriale, emerso alla ribalta negli anni 40 o 50 pubblicando qualcosa di assolutamente innovativo , si è imposto sul mercato con pubblicazioni come “RICETTE OGGI”, “OROSCOPO PER TUTTI” o “REBUS POPULI”.
Sulla scia di questi successi ha costruito un piccolo impero che è poi finito nelle mani dei figli che (a seconda dei casi) lo hanno reinvestito in ristoranti o dilapidato in cocaina e transessuali.

Alla soglia dei 96 anni, il Vecchio Editore (ormai estromesso da qualsiasi decisione editoriale e affaristica) litiga con la figlia ,Maria Viraconda, perché lei lo obbliga a portare il pannolone e per ripicca decide di intraprendere un’attività individuale che lo riscatti agli occhi della società e della famiglia, indovinate un po’ che cosa vuol fare?

VUOLE FARE UN FUMETTO.

Il Vecchio Editore vi riceve in una villa sulle colline circondata da un infinito parco in cui sgambettano rarissimi Aironi e pascolano educati filippini incaricati di tenere in ordine i giardini. Sullo sfondo piccoli branchi di Dodo vengono nutriti da dei peruviani.
Man mano ce vi addentrarte nella folta vegetazione avete una claustrofobica sensazione da Vientnam e vi pare di essere Martin Sheen in cerca del colonnello KURZ sul fiume DA-NANG.

All’entrata una compunta e incartapecorita zitella vi accoglie con fare acido e le sue parole sono appena decifrabili tanto è rinsecchita e stizzita.

“DICAAAAAAA?” sibila quando entrate nell’edificio.
“Ho un appuntamento con Sua Eminenza Lord Baronìa”. Bofonchiate voi intimidito.
“ATTINDAAA.” Replica lei con aria disgustata e vi osserva le scarpe mentre arriccia il naso.

“C’E’ QUI IL SIGNORI…” di nuovo arriccia il naso e fa una smorfia “…PER QUEL COLLOQUI…”
(Non sono refusi…è la parlata della signora che è stretta e al plurale).
“ Sì. Sì. Certo…” annuisce facendo smorfie mentre vi guarda e poi conclude la telefonata con un
“ACCOMODISI! ” e vi guarda come se foste uno scarafaggio morto.

Attraverso il salone adornato da busti e quadri, superate una sala tappezzata di arazzi ed arrivate ad una stanza con un portone grande quanto uno Stargate presenziata da un paio di senegalesi.

“Permesso?”! Chiedete timidamente.

“Vengala! Vengala!” tuona una voce profonda.

La stanza in cui entrate è ricca di antichi oggetti antichi, quadri con cornici dorate , orologi a pendolo ed un enorme poltrona/trono su cui giace un omone vestito stile santone, accanto al quale due cingalesi sventolano grossi ventagli e sorreggono una flebo.

Un gufo vi osserva da un trespolo.

“Questo sarà un test Voight Kampf?” domanda una parte malata del vostro cervello.

Il Vecchio editore vi da la mano (che risulta essere priva di struttura ossea) , dopodiché si siede,alza gli occhi al cielo e inizia a delirare.

“Era il 58 quando alla mi moglie le dissi! VENDI! E LEI ALLA VIGNA CI SI FECE ‘ICCASTELLO.”

(Il vecchio Editore è palesemente toscano).

Pausa imbarazzata mentre voi osservate le iridi ingiallite del Vecchio.

“MA TE CHI SEI!?” vi chiede diffidente estroflettendo una dentiera degna della bocca interna di Alien.

“Sarei il dsegnatore per quel fumetto…sa…” borbottate voi reprimendo un conato.

“FUMETTOOOO!” grida lui e le orbite gli si rovesciano all’inidetro.
Uno dei due cingalesi posa il ventaglio e impassibile gli pratica un’iniezione.

Lo sguardo dell’Editore riaffiora dal nulla ed un ghigno gli si disegna sul volto.

“Quella gran MUCCA di mia figlia vuole che mi metta il pannolino ,ma ci pensi?!” vaneggia ricaricato da una botta di glucosio ed improvvisamente allunga il collo (tipo ET) e vi si avvicina minaccioso diffondendo una ventata di mentolo, borotalco e vicsinex.
I cingalesi mettono mano alla flebo e ne ricalibrano il dosaggio, il vecchio spalanca la bocca in un urlo muto alla Munch e vi fissa sorpreso.

“PINOCCHIO! “ esclama felice.
“Sei tornato Piccolo burattino, sei tornato dai ‘ttu babbo”.
Voi annuite confuso.
“O sei ATTILIO?” vi chiede improvvisamente sospettoso mentre estrae una vecchia roncola (falcetto da contadino) da sotto la vestaglia.
“Maremma! Eppure t’avevo fatto fuori e MURATO nella vecchia stamperia! O come mai tu sei tornato?”
Mentre cercate ancora una risposta la vecchia zitella si materializza dal niente con pillole e infermieri.
“LO AVETE FATTO AGITEREEEEE.” Esclama adirata e mentre il vecchio viene portato via di peso da due infermieri (albanesi) voi venite scortato gentilmente all’uscita da un nugolo di piccoli filippini-vestiti come gli gnomi di Willy Wonka.

IL FUMETTO LO VOGLIO BROSSURATOOOOOOO! Urla in sottofondo il vecchio Editore mentre lo sedano con del bromuro.

Tornato a casa ancora perplesso (se non sconvolto) per quello strano incontro, il peggio vi aspetta annidato nel vostro stesso computer.


Il NUOVO Editore vi attende infatti nella POSTA IN ARRIVO.

“Salve sono ROBB ANOFELE!” esordisce il GIOVANE sulla vostra e mail…

(Hanno sempre un nome tipo Robb, SAL, GIO’ o MAX….mai Mario, Marco o Alessandro).

Sono il titolare della PROMISCUOEDIZIONI (mai sentiti).
Abbiamo fatto RODDY VULVA (?)
PULCINELLI MASCHERATI una storia di supereroi ambientata in Italia)
E MAIALI NELL’ OSPIZIO (parodia…c’è SEMPRE almeno una parodia).

Ti piacerebbe COLLABORARE con noi? (leggi: non ti diamo un cazzo).
Perché sai noi siamo tutti giovani e lavoriamo PER PASSIONE.

“Per passione…”

Dal dizionario del fumettista: LAVORARE PER PASSIONE -

Acquisire capacità di nutrirsi di luce e calore , (vedi anche FOTOSINTESI), a contatto con la natura (in un vaso) e liberi da vincoli materiali (senza casa, affitti , mutui) in uno stato di totale libertà creativa (nudi, pianatati nel terriccio a volte bioluminescenti…).
Se si è fortunati: con AFIDI di proprietà.


ROBB vi spiega il tipo di pubblicazione,vi gratifica con complimenti che mai in vita vostra avete ricevuto, vi invia a visitare il loro sito su cui ha pubblicato anche Vinnie Marmotta (famoso disegnatore di STROLLO) e vi invita a leggere la loro pubblicazione edita da suo cugino e distribuita dalla sua sorellina a casa dei nonni.

“Presto contiamo di arrivare anche a casa dei miei zii” esclama Robb entusiasta.

Quando finalmente lo contattate per telefono , a metà della conversazione , udite sua madre che lo chiama in sottofondo e mentre lui tenta di coprire goffamente la cornetta dicendo “sto ricevendo un fax” lo sentitre urlare “Mamma non ora! SONO sono sul vasino!”

Qualche anno dopo ritroverete il GIOVANE EDITORE a Lucca ( intento a promuovere qualche improbabile versione multimediale di fumetto) ed avrete l’opportunità di conoscerlo di persona.
Generalmente dislessico vi accoglierà dicendo:

“Uh! Fumettolo, uh.Uh-windimmi la CD per la rete Windimmi in RETE MULTIMEDIALO – WINDIMMI!”.

E lo potrete ammirare generalmente accompaganato da una femmina (Windimmi pure lei) o da un Neurone al guinzaglio (il suo).


1609.06


“IL VECCHIO E IL NUOVO” di Max Guadagni, Edizioni Pangolino , distribuite da Promiscuoedizioni e disponibili anche in versione multimediale sul vostro WINDIMMI.

15.9.06

DAL BARBIERE

Indiscutibile baluardo dell'identità maschile , il barbiere rappresenta l’oasi felice del maschio medio, la stazione di porto dove ritrovarsi tra uomini di eguali vedute e interessi.
Che si abbiano 12 anni o 102 non fa nessuna differenza, il barbiere può trarre dalla sua bibbia qualsiasi argomento di conversazione , purchè questo rientri nelle Tre Grandi Categorie Madre:
CALCIO.
POLITICA
DONNE.

La prima è universale ed assoluta , non viene posta in discussione ne ipotizzato che possa non essere condivisa.

La seconda deve essere gestita con prudenza ed eleganza, il barbiere in quanto tale non mostra il suo vero orientamento politico ,ma vi danza intorno assecondando il vostro tra una frizione e l’altra.


La terza, ( relegata ad una sottocategoria borgatara) , perché abbia successo deve essere gestita in modo triviale, greve e sboccato.
Generalmente è d’uopo riferirsi agli attributi femminili con colorite metafore e sghignazzate collettive , la conversazione ha un valore catartico al fine di far scaricare il cliente dal peso della vita reale (moglie, fidanzata , compagna in generale che lo batterebbe contro un muro se gli si rivolgesse così).





Il barbiere all’esterno si presenta spazioso ed accogliente, munito di comodi divanetti ha un ‘aria invitante e rassicurante ,ma appena entrate vi rendete conto che lo spazio è in realtà minuscolo , ci sono più specchi che pareti e i divani sono in realtà striminzite poltroncine dove si accalcano i clienti.

“Cazzo-arbitro!” esclama Bubba seduto in un angolo.
“Eh, sì quel rigore non ci voleva proprio” replica il barbiere mentre tinge i capelli ad un Little Tony di 60 anni.
Ogni barbiere ha i suoi clienti affezionati, persone che non hanno realmente necessità di fruire dei servizi ,ma che stazionano nel negozio per fare “conversazione”.

Avete già cambiato idea e siete sul punto di andarvene quando una voce vi blocca sulla porta.

"Accomodarsi." Dice Deborah, l’assistente CUBISTA del barbiere con l’acca finale e gli autoreggenti che spuntano da sotto la minigonna e apparentemente si rivolge all'attaccapanni.

“Bè, magari ripasso...” tentate di replicare.

“ACCOMODARSI." Ripete Deborah (con un tono di voce simile ad un Robot con le tette a punta) fissando un punto indistint oalle vostre spalle.

Vi sedete.

Alla vostra destra c’è un bambino che sputacchia e sbava , sta cercando di ficcarsi un Power Ranger nel naso ed è sulla buona strada per riuscirci.

“Cazzo-palo!” esclama Bubba alla tua destra e intanto stropiccia la gazzetta dello sport.
“Già, proprio una sfortuna sennò gliene avremmo fatti almeno tre.” Replica il barbiere mentre cotona i capelli di Little Tony.

Il bambino vi tira una gomitata in un rene , poi fa volare il Power Ranger direttamente nella vostra milza.
“Vuuuuuuuuuuu!” sputacchia sbambettando.

Davanti a voi siedono altre 3 persone:
Un signore distinto con l’aria da avvocato .
Un giovane fighetto allampadato che da quando sei entrato sta smanettando con la suoneria del cellulare.
E un algerino di nome Megreit dall’aria incazzata che lancia occhiate deliranti verso Deborah.
“j vu vole castigar la femme!” borbotta tra i denti mentre passa la stangona.

“Pirupirupiiiiii!” trilla il cellulare dell’allampadato e lui ridacchia mandando messaggini.


Valutate l’ipotesi di uccidere il bambino ,ma la scartate perché c’e il rischio che sia il figlio di Bubba, vi spostate timidamente cercando di ricavarvi uno spazio vitale.
Il bambino vi si attacca alla maglietta e per qualche oscuro motivo inizia a sbavarci copiosamente sopra. “ARF! ARF!”

“Non dare fastidio al signore, GianGJacopo (con la J)” dice il signore distinto con l’aria da avvocato senza neppure alzare lo sguardo dalla sua copia di Focus.
GianJacopo per tutta risposta fa una pernacchia e vi pianta un piede sullo stomaco.
Sforzandovi generate un sorriso forzato (tipo paresi) poiché la convenzione vuole che i bambini siano sempre carini e teneri , anche quando sono dei grandi tritacoglioni.
Involontariamente vi spostate verso Bubba che si volta di scatto abbaiandovi contro “CAZZO- ALLENATORE!”

“Eh vedrai che se continua così dura poco…" risponde laconico il barbiere mentre spruzza la lacca sulla testa di Little Tony.
Vi fate piccoli piccoli…immobile come un criceto di fronte ad un T Rex…aspettate che lo sguardo vacuo di Bubba si sposti di nuovo sulla gazzetta…

“Cazzo-qualifica…” borbotta a bassa voce alla fine dimentico di voi.

“Ormai l’anno prossimo” conclude il barbiere e toglie il telo a Little Tony spazzolandogli le spalle.

Per darvi un tono allungate una mano verso le riviste, mentre lo fate Bubba sposta di nuovo lo sguardo sulla vostra mano…(evidentemente ha un accenno di vista perimetrale…).
Le riviste spaziano tra i generi universalmente riconosciuti dai maschi:
Quattro ruote.
Motori Oggi.
Tutto calcio.
Tutto Tope.
Topolino.

Vi chiedete quale genere susciterà l’attenzione di bubba ed opti per Topolino …

“MGRRRRRRrrrrr!” ringhia Bubba subito agguantate una copia di Motori Oggi.

Leggete le fantastiche prestazioni di un fuoristrada da 60.000 euro che non potrete mai permettevti e nella foto a fianco dell’articolo c’è anche una strafigona distesa sul cofano che somiglia terribilemente a Deborah…

“Frizione.” dice secca quest’ultima evocata dal nulla e si pianta davanti all’algerino fissando nel vuoto.
“Je te prende’ com la violence, bon puledre!” replica Megret seguendola in un’altra stanza.

“Si accomodi” dice all’improvviso il barbiere rivolgendosi a voi.

“C’erano prima i signori..” rispondete timidamente.

“Noi aspettiamo Deborah.” Rispondono all’unisono tutti gli altri …eccetto Bubba che borbotta qualcosa sui guardalinee.

Il barbiere è alto, abbronzato ed ha un rolex al polso che pesa un chilo, i suoi capelli sono folti come il pelo di un cane lupo, ha un sorriso splendente e l’orecchino.

Vi siedete sulla poltrona e subito il barbiere inizia a pomparla (per un quarto d’ora) per portarvi alla sua altezza…, alla fine temete che vi metta pure il cuscino sotto al sedere.
Vi passa invece il telo intorno al collo e mentre lo fa pensate seriamente che vi stia strozzando.

“Troppo stretto?” chiede sorridendo.
“Un pochino..” rantolate a fatica.
Lui sorride annuendo e lo stringe un altro po’.


"Allora..." vi chiede guardandovi nel riflesso dello specchio "...come li facciamo?".

"Non come l'ultima volta maledetto criminale!" pensate dentro di voi.
"Magari un pochino meno corti del solito..." gli rispondete invece cercando di essere diplomatico... "...ecco vorrei cambiare un pò e se possibile..."

Lui annusice soddisfatto , le sue forbici scintillano e sta già tagliando mentre state ancora cercando di dire qualcosa...

"Bella partita, eh?" esordisce il barbiere guardando l'ora sul rolex.
"Quale cazzo di partita?" vi chiedete voi come se saperlo facesse per voi qualche differenza.

"Hanno perso ,ma hanno giocato bene, no?" insiste il barbiere sferruzzando come un pazzo.

"CAZZO FUORIGIOCO!" urla Bubba dalla saletta d'aspetto.

"Eh, certo che anche loro hanno avuto fortuna, vero?" insiste il barbiere e parte sciorinando tutta una sequela di nomi che per voi non hanno alcun senso.
Voi osservate il vostro riflesso …terribilmente pallido e con aria sconsolata ...dopo 10 minuti di riferimenti a Totti, Del Piero e Vieri provate ad aprire timidamente bocca.

"Io non seguo il calcio." dite con un certo timore.

"CAZZO..." esclama Bubba dalla saletta.
Le forbici del barbiere si fermano a mezz'aria, il bambino resta immobile col Power Rangers in mano, il cellulare del fighetto tace improvvisamente e l'avvocato solleva la testa dalla sua copia di Focus.

"Lampada." dice la voce atona di Deborah spezzando l'incantesimo.
Il fighetto si alza e la segue nell'altra stanza.

"Hmmm..." mugugna il barbiere ripartendo a tagliare "...comunque sia se continua così anche il calcio lo faranno morire...ormai è solo una questione di soldi e politica." sentenzia riacquistando velocità.

"CAZZO-BERLUSCONI-CAZZO-PRODI!" commenta Bubba dalla saletta.

"Eh, certo che quando sono al potere destra o sinistra sono tutti uguali, vero?"
chiede il barbiere con un sorriso complice.
Annuite in silenzio, non ve ne potrebbe fregare di meno, la vostra unica preoccupazione è liberarvi dei capelli che vi si depositano sulla punta del naso.

"Certo che anche la sinistra ha le sue colpe..."dice il barbiere come sondando il terreno.

Tacete.

"Oddio anche quegli altri a loro tempo hanno fatto un bel casino, vero?" insiste il barbiere guardandovi nel riflesso...

Continuate a tacere.

"Radicali?" chiede a un certo punto il barbiere fermandosi di colpo.

"CAZZO-PANNELLA!" esclama Bubba in sottofondo.

"Ah...mi spiace ,ma io non mi interesso molto alla politica." gli rispondete alla fine stremato.

Un imbarazzante silenzio cala nella stanza.
"Andiamo." dice l'avvocato disgustato e si alza prendendo gianJacopo per mano.
"Torniamo un'altra volta, quando c'è meno gente." dice uscendo dal negozio...

Il barbiere riparte con fatica, fissa il vostro riflesso come se vi vedesse per la prima volta , taglia con un ritmo altalenante, sincopato, apparentemente impaurito...

"La Ferrari..." abbozza cautamente...

"Non seguo la formula uno" lo ghiacciate subito.
E lui vi sfiora l'orecchio con le forbici.

"Ha visto la nuova Panda…?."

"NO."
E lui vi becca l'orecchio di striscio...

Il barbiere si ferma come tremante...terrorizzato perchè non sa cosa è seduto sulla sua sedia...

"Cazzo-alieno..." commenta Bubba mentre sfoglia la copia di Focus...

" La figa..." borbotta il barbiere balbettando...

Voi lo guardate preoccupato, sul collo avete già una goccia di sangue , siete in seria apprensione per il vostro lobo e soprattutto non volete distruggere le sicurezze di qust'uomo.

"Sì, sì...quella cerco di seguirla il più possibile..!" lo rassicurate.

"Cazzoooo-topa!" esclama soddisfatto Bubba e tutti si rilassano, dopotutto non siete un Alieno proveniente dallo SPAZIO PROFONDO ,ma un uomo come tutti gli altri.
Il barbiere riparte come rigenerato e inizia a parlare degli organi genitali delle veline, poi passa a illustrarvi una sua scopata della sera prima e intanto vi manda occhiatine complici e strizzatine d'occhio.
Voi annuite , nonostante tutto vi snetite più rilassato perché FATE PARTE DI QUALCOSA…il Grande Universo Maschile.
L’ immagine riflessa cambia in continuazione, i vostri capelli sono un abominio, le forbici saettano e ogni tanto vi viene spazzolato il volto con un pennello che buca.

"A la prosceme , gran figon!" commenta Megreit riaffiorando dall'altra stanza con i capelli impomatati.

"CAZZO-FINITO!" commenta Bubba alzandosi e uscendo con l'amico algerino.

Deborah, ruota sui suoi tacchi vertiginosi e rispunta anche il fighetto allampadato, il suo volto è color aragosta, sul viso ha un sorrisino cretino.

“Pirupirupiiiiii!” fa il suo cellulare.

"Mio numero." gli dice Deborah ed estrae il suo cellulare da non si sa bene dove.

“Pirupirupiiiiii!” fa il cellulare di Deborah.

“Mio numero” replica il fighetto con lo stesso gesto.


"Fatto!" esclama il barbiere mentre vi fa gli ultimi ritocchi con la lametta.

Vi guardate...allo specchio vedete la solita faccia da deportato, i capelli vandalizzati, tagli e taglietti sul collo e la faccia felice del vostro barbiere che vi gira intorno con lo specchio.

"Perfetto." dite non vedendo l'ora di andarvene.

Scendete dalla poltrona rischiando di rompervi un piede, pagate velocemente il conto a Deborah e aspettate inutilmente che vi renda il resto.

"Mancia." dice rivolgendosi all'attaccapanni.


Ve ne uscite tutto sommato felice, non dovrete rimettere più piede qui dentro per almeno un mese e se non altro avete fatto un po’ di conversazione interessante.

"Arrivederci!" vi saluta il barbiere strizzandoti l'occhio e mimando atti osceni di accoppiamento.


Nota dell’autore:
da circa una decina di anni ho un nuovo barbiere. E’ muto o quanto meno si fa i cazzi suoi e non parla.
Non cerca di fare convesrazione ad ogni costo, non mi chiede cosa penso della Champions League , non mi racconta i suoi amplessi sessuali e grazie a Dio non mi chiede come fa sesso la mia donna.
Finalmente posso leggermi la mia copia di Topolino in santa pace.

Lo adoro.

1509.06

LA SBRONZA

"Bevi Amigo!" ti incita Il BARBA alitandoti addosso.

Il “Barba" ha occhi stretti , barbetta incolta da artista e sguardo vacuo perso nel vuoto, mentre versa vinaccia qualcuno suona la chitarra , qualcun altro brucia incenso e su tutte le pareti c'è un poster del CHE che vi osserva.

Domanda : “cosa ci fate qui ?”.

E allora la vedete : bionda come un campo di grano, con due occhi verdi che ti tolgono il fiato e con un aria prennemente distratta alla io “ce l’ho ,ma NON me la tiro perché quasi non mi accorgo di avercela”.
Il suo nome è Elise , ha la mamma francese , il nasino all’insù e le piace acquerellare.
I suoi quadri fanno pena ,ma a voi non frega niente di questo perché vi ha fatto girare la testa dalla prima volta che l’avete vista a scuola, seduta davanti al tavolo da disegno con la sua postura perfettamente DRITTA (tipo: “ho ingoiato un PALO ,ma mi fa bene alla schiena”).
Sfortunatamente ogni volta che vi avvicinate a Lei vi trasformate in Topo Gigio e riuscite a parlare solo di previsioni del tempo e formaggio.
“Fumi ?” , vi chiede all’improvviso il Barba strappandovi dai vostri pensieri.
Il vostro primo pensiero è “no” , Nnon fumo perché ai miei polmoni ci tengo. Coglione.) , ma poi la guardate (dolce, tenera) mentre svolazza in mezzo al fumo.
“Certo che fumo !” , rispondete al Barba col vostro tono da Uomo Che Non Deve Chiedere Mai.
Perché una sigaretta vi darà un tono e anche un pretesto per avvicinarla , offrirgliela ed avere dei figli con lei.

Il primo tiro è una ventata di fuoco nei polmoni, , il Barba vi comunica che è “roba buona” e voi annuite rantolando e facendo il segno dell’OKAY mentre sperate che qualcuno vi intubi in fretta.
Certo vi gira un po’ la testa e vi pare di vedere il Che che scuote la testa dalla parete, ma per il resto va tutto alla grande !
“Hasta la victoria!” grida uno con un rolex al polso.
Attraverso il fumo vi guardate di nuovo intorno e per la prima volta vi accorgete che sono tutti uguali al vostro Barba, hanno barba-pizzetti , barba-barbette e barbacapelli-rasta, nonchè probabilmente l’hobby della pesca perché non fanno altro che parlare di “canne” (passamela, rollala, dammela)...
E qualcuno dice “che botta !”. E qualcuno esclama “che flash !”.
“Il filtro” , “il tiro” e qualcuno versa altra vinaccia e qualcun’altro passa un cicchino....”FUMI?”
“FIGA PAURA!” esclamate voi usando l’unica frase che Elise riesce ad articolare di solito.




Due ore dopo...

Nonostante un leggero beccheggiare vi sentite in perfetta forma e se il capitano Achab (che vi pare di vedere seduto al vostro fianco) togliesse l’arpione che vi ha piantato in testa sarebbe tutto perfetto.
Il vostro unico problema è che di nuovo fate fatica a ricordare cosa ci fate qui.
Ricordate Elise.
Ricordate che l’avete seguita per fare la vostra dichiarazione e ricordate che nonostante i vostri sforzi siete circondato da Barba che continuano a ROLLARE…

Stati allucinatori :
il Che vi offre una sigaretta e Topo Gigio ve la rolla.
Signor Spock ! Sto per vomitare !
Diario di bordo : il pianeta è popolato da strani Fricchettoni indigeni…
“Apra il fuoco Signor Spock mentre io mi occupo delle indigene!”
Puntellandovi contro la parete (stranamente storta) raggiungete quello che vi sembra essere un W.C. ma che invece si rivela essere (troppo tardi) Ernesto , il cane Hippy con bandana al collo di uno dei Barba.
Sfuggito al cane inferocito raggiungete di corsa la toilette tuffandovi dentro tipo Anitra W.C .
Per la prima volta sperimentate di persona il fragrante odore di deodorante da tazza...
Allucinazioni televisive : “E' qui che si annida lo sporco impossibile!”

Lo specchio : il vostro colorito è un bianco latte andato a male con una inquietante venatura di grigio topo, in faccia avete dipinto un sorrisino da deficiente , la pupilla dilatata come quella di un gufo mentalmente disturbato.
“Faremo il test Voight Kampf per il cosiddetto responso rossore…” borbotta la vostra mente fuori controllo.



Dopo un altra mezz'ora di immersioni nella tazza ("Il water. Questo sconosciuto. Un programma di RAI educational) riaffiorate dal bagno, e riacquistata momentaneamente la memoria puntate verso Elise il vostro amore! Riattraversate la stanza barcollando e la vedete : indicibilmente bella e dolce, indicibilmente carina e tenera, indicibilmente romantica e indicibilmente occupata a farsi palpare le tette da un Barba-biondo.
Pensiero: "Forse è il suo ginecologo!" , cerca di rincuorarvi la vostra parte ottimista.
“Vedrai! Ora le fa il pap test.”

E entre il Barba le fa una visita completa (anche con ecografia a giudicare da come le sta sotto) i Barba intonano “Obbella ciao” costringendovi a partecipare goliardicamente.
“Li odio quando fanno così…” commenta Il Che dalla parete…

Mentre il Barba- Biondo sta praticando la respirazione bocca a bocca ad Elise (ah, vedi! Allora è un paramedico!) gli altri Barba sono già passati a “bandiera rossa”.
“Portami via con te ti prego!” insiste il Che…
“Hasta la victoria!” grida il solito mentre scatta foto col suo cellulare cellulare da 500 euro.
E mentre ascoltate i racconti di progetti Erasmsus e di improbabili viaggi a Cuba (pagati da mamma e papà) Elise se ne va col Barba biondo infilandogli una mano nella patta.
“Tranquillo.” Commenta la vostra parte ottimista…
“Credo che lei studi UROLOGIA….

Nota dell’autore:
ecco quello che ho imparato nei miei anni migliori all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

12.9.06

ANATOMIA DI UNA CENA

“Carina” commenta distrattamente il vostro cervello la prima volta che la vedete.

Due settimane dopo del vostro “distratto cervello” non resta più niente, solo un’ informe poltiglia che vi suggerisce frasi amorose.
Da almeno 6 giorni la incontrate “casualmente” nella scuola in cui insegnate e in ogni circostanza vi inventate motivi sempre nuovi e sempre meno credibili per essere li.
Passate ore a fotocopiare pagine bianche.
Date ripetizioni ad allievi che detestate e fingete di avere importanti affari da trattere sul cellulare:
“No! Digli che se non mi stampano a colori io in America non pubblico!” blaterate quando Lei vi passa vicino.
Lei sorride, è sempre gentile quando passa saluta tutti (incluse le piante del corridoio) .
Ha capito?
Non ha capito?
Nessuno lo sa.
Dopo quattordici giorni vi armate di coraggio e la invitate a una cena che non è una VERA CENA ,ma un appuntamento di lavoro di sera durante il quale si mangerà…insomma: UNA CENA.

Dal momento in cui Lei dice “sì” entrate in uno stato di fibrillazione, il cervello decomposto si ricompone e rigenera trasformandosi in un cervello da battaglia.
“Adesso rilassati ragazzo. Pensiamo noi a tutto!” esclamano i neuroni da combattimento.

Con un anticipo di una settimana iniziate i preparativi per la cena.

Mettete a posto tutta la casa ,la riordinate e spolverate fino ad arrivare là dove nessun aspirapolvere è MAI giunto prima.
“Ma cosa te ne frega di pulire sotto il divano?” vi chiede la piccolissima parte di cervello rimasta sana.
“Mica si infilerà a guardare la sotto?”
Ma voi ignorate il commento perché tutto deve essere pulito e perfetto per Lei.
Dopo aver pulito studiate la disposizione delle luci , scegliete la musica , comprate dieci chili di candele rosse profumate di muschio finlandese e fate le prove per accenderle senza bruciarvi le dita.
Poi passate al cibo vero e proprio e girate quattro gastronomie in cerca di qualcosa che vi ispiri , comprate antipasti , primi , dolcetti e fragoline fuori stagione per pagare i quali vi serve un leasing, poi dovete pensare al vino e ne dovete scegliere uno in mezzo a tredicimila diverse combinazioni.
Da pasto, tutto pasto, da pesce, rosso, bianco, da carni rosse , da carni bianche , importato , Romulano, stagionato , fresco a temperatura ambiente , imbottigliato a mano, nel fiasco , col cartone, col metanolo , senza metanolo e così via…
Alla fine chiudete gli occhi e ne scegliete uno a caso.
Il giorno della cena vi alzate alza alle cinque del mattino e iniziate a prepararvi studiando l’abbigliamento , facendovi , 12 docce e continuando a sorridere davanti allo specchio come uno psicotico.
A tre ore dall’ora X sistemate gli ultimi ritocchi , comprate una bellissima rosa e l’incenso.
La Rosa è avvolta in due chili di carta stagnola, fili di paglia e altre puttanate che la rendono simile a Platinette , buttate tutto il resto e vi infilzate con le spine scoprendo il perché di quella bardatura.
L’incenso ufficialmente è per profumare l’ambiente ,ma in realtà è per propiziarsi tutte le divinità ufficiali e pagane che conoscete.
“Oh grande Anubis, SLOGGOTH, CTHULU, DEA SCORPIONE e Mago OTHELMA! Fai che lei mi ami!”
L’arrivo di Lei è previsto per le ore 20 e alle 19 e 58 voi siete già davanti alla porta con il dito posato sul citofono e con un sorriso nervoso sul volto che sembra uno spasmo da colica.

Alle 20 e 05 Lei ancora non è arrivata ,ma voi siete ancora fiduciosi. Dito proteso e spasmo facciale.
Alle 20 e 10 iniziate ad andare avanti e indietro , il dito vi è calato , il sorriso/spasmo è ora una smorfia incrinata dall’ansia .
Alle 20 e 15 i dubbi iniziano ad assalirvi: benché vi ricordiate esattamente i termini dell’appuntamento, man mano che passa il tempo vi convincete che c’è stato un disguido.
Alle 20 e 20 siete ormai certi che Lei si sia è persa e che vaghi in una ignota regione a causa delle pessime indicazioni che le avete dato. La sudorazione è aumentata , il battito cardiaco preoccupantemente alto , le fauci sono essicate….(LASSIE STA MALE!) Mormora una vocina nella vostra testa. ( DEVI FARTENE UNA RAGIONE FIGLIOLO HA LA RABBIA! GLI SPAREREMO UN COLPO IN TESTA E…)

Alle 20 e 25 agguantate la cornetta e poi la riabbassate…per 16 volte…

Quando state per decidervi a chiamarla un’altra a voce vi richiama all’ordine.

DAL MANUALE DELL’UOMO CHE NON DEVE CHIEDERE MAI :
In nessuna circostanza ,MAI, l’uomo dovrà dare dimostrazione di eccessivo interesse per Lei o lasciar trasparire emozioni e sentimenti umani quali INSICUREZZA , ANSIA o DUBBI di alcun genere.
L’Uomo che Non Deve Chiedere Mai attenderà pazientemente sulla sua poltrona , bevendo birra , leggendo la gazzetta dello sport e possibilmente riparando un pezzo del motore della propria auto.
Quando Lei finalmente arriverà l’Uomo Che Non Deve Chiedere Mai dirà:
“Cazzo , sei già qui? Manco mi ricordavo che stasera venivi. Aspetta un po’ che finisco di pulire ‘ste candele!”.


Alle 20 e 30 la chiamate.

VOI: “Dove sei? (pensato ,ma non detto: “amore mio”).
LEI: “Sono qui sotto sto arrivando. (pensato ,ma non detto: “dove cazzo vuoi che sia? Imbecille!”)

Dopo un’ora arriva.

Voi nel frattempo si siete fatti un’altra doccia , vi siete ripettinati , cambiati d’abito e ripreso il controllo del sorriso/spasmo di un’ora prima.
Il campanello suona e voi scattate come una fionda ,ma…

DAL MANUALE DELL’UOMO CHE NON DEVE CHIEDERE MAI :
In nessuna circostanza , MAI, L’Uomo Che Non Deve Chiedere Mai dovrà dare dimostrazione di eccessiva premura o desiderio di vedere Lei.
Si trascinerà invece lentamente verso la porta con la sua birra , la gazzetta dello sport e un carburatore sotto braccio urlando : “e chi cazzo è che a quest’ora?!”


A stento riprendete il controllo e andate alla porta lentamente ,ma arrivando sempre troppo presto.
Ci riprovate e …Lei ancora non c’è.
Non volendo farvi trovare sulla soglia continuate ad andare avanti e indietro per cercare di arrivare alla porta in sincronia con Lei e…
E Lei arriva.
“E’ bellissima!” pensa il vostro cuore ululando.
Lei vi saluta . Voi sbavate sul pavimento come un partore tedesco e cianciate frasi senza senso da da ascensore.
“Non ci sono più le mezze stagioni. Hai trovato traffico? Ci sono sempre meno rondini. Si stava meglio quando si stava peggio.”
Lei ride assecondandovi come si farebbe con un malato mentale , infine vi chiede se può usare il bagno.
Voi vorreste dirle che può usare qualunque cosa voglia , anche Lui stesso ,ma riuscite solo a blaterare qualcosa tipo “seconda porta a destra”.
Lei vi ringrazia e mentre si dirige alla tolilette, (lasciando una magnifica scia di profumo) atroci dubbi vi assalgono.
“Hai pulito tutto? Gli chiede la vocina di Capitan Sfiga nella vostra testa.
“Hai tolto le copie di Tutto Topolino che tiene vicino alla tazza?”
“C’è la carta igienica?”
Tranquilli. E’ tutto a posto. Avete pulito il bagno per due giorni interi e da allora siete andato a fare i vostri bisognini al parco per non sporcarlo più.
Lei ritorna sorridente e vi dice “allora! Cuciniamo?!”.
Voi vi calate nel ruolo dell’Uomo Scapolo Teneramente Imbranato , rivelando insospettabili capacità di scongelare , sbustare e riscaldare quasi ogni cosa.
Lei vi guarda con tenerezza mentre siete alle prese con una busta di pasta che non riescite ad aprire.
Dopo pochi minuti la cena è pronta , finite di apparecchiare e Lei vi aiuta con le sue meravigliose ed eleganti mani da cui non riuscite a distogliere lo sguardo.

Le candele, (rosse come la passione), fanno la loro comparsa come per magia, vi chiedete se riuscirete ad accenderle senza incendiare niente.
Ci riuscite.
Le riempiete il piatto e poi vi lanciate nello stappo della bottiglia del vino.
Per evitare che il tappo gli si rompa dentro avete già infilato l’apribottiglie e già estratto mezzo tappo , è tutto pronto e l’operazione è di una semplicità tale che anche una scimmia ammaestrata potrebbe farlo senza intoppi.

Sfortunatamente la scimmia non è potuta venire. (Aveva un’altra cena)

Lo stappo è un travaglio peggio di un parto ed un inquietante pezzo di stagnola finisce per galleggiare nel bicchiere di Lei.
Voi, agili e scaltri come una volpe tibetana , scambiate rapidamente i bicchieri e il problema è risolto.
Ora dovete solo eliminare il pezzo di stagnola dal vostro bicchiere, un’operazione da niente che potrete fare in un battibaleno quando Lei non…
“Facciamo un brindisi!” dice Lei all’improvviso.

DAL MANUALE DELL’UOMO CHE NON DEVE CHIEDERE MAI:
Non ti azzaerderai mica a tirare fuori quel fottuto pezzo di stagnola dal bicchiere proprio mentre Lei ti guarda eh?!!!
Naturalmente no e allora sorridete e trangugiate un cm quadrato di carta stagnola da tappo.
Tutta salute.

Mentre cenate tutto scorre perfettamente , Lei parla e mangia , voi parlate e la guardate , Lei ride e mangia , voi ridete e la guardate.
Lei spazzola via tutti i piatti e fa la scarpetta , voi la guardate mentre sul suo piatto si accumulano chili di avanzi.
La musica in sottofondo scorre dolcemente.
“Quanti ricordi fa tornare in mente questa canzone , vero?” chiede Lei con i suoi meravigliosi occhioni.
Voi annuite anche se nella vostra mente c’è il vuoto pneumatico , non solo la canzone non vi rievoca un tubo ,ma non vi ricordate più neppure il vostro nome, tutto quello che sapete è che DOVETE FARE QUALCOSA!

“HOUSTON CHIAMA APOLLO 13. SE NON MANOVRATE ORA NON RIUSCIRETE MAI AD ENTRARE IN ORBITA!” gli comunica una voce nella mente.
E’ tempo di usare l’artiglieria pesante.
Prima distraete il tenero musetto di Lei con un astuto stratagemma (“Quella è la mia collezione di Dylan Dog!”)
Poi , con l’abilità di un prestigiatore , sfoderate la Rosa Rosso Fuego da sotto il tavolo.
“Oh, non dovevi!” esclama Lei sorpresa e imbarazzata.
Voi ridacchiate modestamente, continuando a borbottare frasi idiote e poi…e poi…

“VA BENE APOLLO 13. LA MANOVRA DI AVVICINAMENTO E’ ANDATA BENE MA DOVETE ACCENDERE I MOTORI O CONTINURETE A GALLEGGIARE NEL VUOTO!”.

Accendere i motori.

Lei lo guarda, voi la guardate, la folla trattiene il fiato, il tempo rallenta…e…

Per un istante tutto si ferma e si cristallizza.
Nella vostra mente cala un’improvvisa e mortale calma.
E’ la quiete che accompagna il tiratore scelto prima del suo colpo.
E’ l’attimo di stallo del falco che si libra in volo prima di piombare sulla sua preda.
E’ il vuoto mentale della mente di un Labrador con l’Alzheimer che fissa la sua ciotola vuota…
REALTA’.
stabilite il contatto visivo pupillare (AGGANCIATO APOLLO 13 AGGANCIATO!).
Lei vi fissa sorpresa.
Farneticate qualcosa mentre le vostre pulsazioni schizzano fuori scala (DOTTORE LO STIAMO PERDENDO! 12 mg. DI TORAZINA PRESTO!).
Lei cambia tonalità cromatica. (Rosso Pompeiano, Rosso Cremisi, Rosso Rossore…) indietreggia imbarazzata.
E LUI E’ LANCIATO E’ SUPER MAN , E’ KING KONG SULL’EMPIRE STATE BUILDING , E’, JACK KIRBY REDIVIVO DALLA TOMBA!
Immobilizzato dal terrore mentre le cingete la vita , la tirate a voi, la stringete e Lei…

Lei parla.
Vi dice che la faccenda è complessa, complicata , tutt’altro che semplice , intricata , difficile, particolare, incasinata , problematica …

“Insomma tutto bene! MI AMA!” pensa il vostro cervello che non ha capito UN CAZZO.
Con inaudita maestria la veicolate verso il divano e ve la fate accomodare con disinvoltura.
“Ho pulito anche sotto.” Le dite perso nel suo profumo.
“Complicata, complessa, difficile, incasinata …” continua a blaterare Lei.
Per le restanti tre ore continua ad accarezzarla e a guardarla , il ghiaccio è stato rotto , ora dovete solo avere pazienza e dimostrarle quanto tenete a Lei e tutto andrà bene…

“Ah, sono pure fidanzata!” conclude lei mentre vi sbatte la lingua in bocca…

“APOLLO 13, CI RICEVETE? APOLLO 13?


1209.06


P.s.

Nello spazio nessuno può sentirti urlare…

11.9.06

LA LIBRERIA PERFETTA

Il collezionismo da assuefazione.
Chiunque abbia perso la testa per fumetti, ovetti Kinder o tappi di bottiglie sa di cosa parlo e nessuno di voi avrà MAI pace finché non avrà l’edizione rara del grande Puffo (col cappellino rosso dipinto a mano dal Caravaggio), o l’action figure di Robin con le calze a rete (quelle smagliate, che valgono di più).
Per ottenere questi oggetti mentirete, spenderete il denaro che avete da parte per altri scopi (vacanze, studio, trapianto di rene) e in breve tempo vi troverete prigionieri della cosiddetta “DIPENDENZA DERIVATA”.
Se siete ossessionati dalla polvere e dal tempo diverrete dipendenti dalle BUSTE per fumetti, se siete fanatici dell’archiviazione diventerete dipendenti da etichette e database e se siete fissati con i soldatini avrete bisogno di plastici e ricostruzioni a grandezza naturale della battaglia di Waterloo o del mondo di Tattoine.
MA… (qualunque sia la molla che vi fa salivare come segugi in calore ) tutti voi avrete SEMPRE bisogno di un’unica cosa: PIU’ SPAZIO.

Per i FUMETTOFILI la battaglia inizia in famiglia , lottando con fratelli , sorelle e genitori per guadagnarsi un centimetro dopo l’altro per i vostri amati albi e ottantanni dopo siete ancora lì,(alle prese con la vostra badante rumena e Lord Alzheimer che vi dice strane cose nell’orecchio)ed anche se non saprete più distinguere un canguro da una tavola di Charest avrete quasi sicuramente migliaia e migliaia di numeri rarissimi e preziosissimi.

“TU ORA CALATI BRAGHE VECCHIO PAZZO!” urlerà la vostra badante mentre vi cambia il pannolone.

In mezzo a queste due estremi si trovano anni di dura battaglia e di astuta strategia tra voi ,i vostri familiari , coinquilini , amici, partner e soprattutto contro le leggi della fisica e dell’architettura.
Premesso che “due oggetti non possono occupare simultaneamente lo stesso spazio” la vita di un collezionista medio è esattamente la lotta per cercare di dimostrare il contrario.

Per comprendere a fondo ciò di cui parlo dovete considerare che il collezionista è paragonabile ad un ingordo Blob più o meno fluido il cui unico fine è INGLOBARE ed ESPANDERSI.
Il collezionista inizia la sua opera di colonizzazione in famiglia, prima consolida il proprio territorio, poi si spinge lentamente verso la metà della camera del fratello , quindi punta verso il soggiorno passando prima dal corridoio ed ASSIMILA tutto ciò che incontra trasformando spazi destinati ad enciclopedie, libri di cucina e album di foto di famiglia in SCAFFALI DI FUMETTI.

Da adolescente crea vere e proprie colonie sparse per il paese.
Ha la collezione madre a casa dai suoi ,ma ne ha anche una nell’appartamento in cui vive con altri studenti. Semina piccole SOTTOCULTURE di FUMETTI (miniserie varie) a destra e a manca , le presta (di rado) , le parcheggia (spesso) da parenti vari con l’unico desiderio un giorno di riunirle in un grande impero.
Se costretto da situazioni di emergenza a proteggerle le seppellisce in qualche cantina dopo averle avvolte in metri e metri di DOMOPAK e carta stagnola.

In maggiore età (e con maggiori disponibilità) il collezionista RIUNISCE finalmente le sue collezioni in un unico ambiente.
Se il collezionista vive da solo inizia un percorso di auto-cannibalismo che in pratica lo porta in ad avere quattro mura completamente ricoperte da librerie (e una seggiolina piccina, piccina in mezzo per sedersi e contemplarli) altro discorso è se il soggetto in questione divide l’appartamento con uno o più individui.
Nel caso che la compagnia sia femminile l’istinto del Blob è mitigato da tale presenza che lo controlla e tiene a freno impedendogli di eliminare la cucina , di riempire il bagno di librerie ( lì sono concessi solo copie da seduta sul water.) o di far volare dalle scale il polmone d’acciaio della nonna Camilla.

Costretto dai doveri di coppia (e soprattutto per mantenere il quieto vivere) il collezionista si dedica a studi e pratiche (quasi esoteriche) di “immagazzinamento” al fine di far convivere in un solo posto due oggetti distinti.

L’IMPILAMENTO è una delle prime manifestazioni del malessere di un collezionista che (a causa dei suddetti motivi) si trova costretto a distribuire in verticale (ed in improbabili punti dell'abitazione) pile su pile di albi a fumetti.
Da tenere presente che NON tutti i fumetti sono adatti a questo tipo di stoccaggio.
I Bonelli si prestano benissimo ,ma il formato americano (o spillato in generale) NO, a meno che non si proceda ad un IMPILAMENTO alternato (vedi “L’arte delle Cattedrali di Carta” di Leonard Whanhunsenn. Edizioni Pangolino).
In caso contrario la pila si inclina progressivamente fino a rovinare addosso al gatto di casa o allo zio claudicante venuto in visita a Natale.

Superfluo anche dire che con tale tipo di disposizione potete scordarvi di dare un’occhiata ad un vecchio numero di 5 anni fa che (approssimativamente) si trova sotto EONI ed EONI di stratificazioni fumettistiche.

Altra strada sempre discutibile è LA COMPRESSIONE.
In questo caso l’Impilamento avviene in senso orizzontale ed il principio è quello di spremere e schiacciare la vostra collezione fino a fare entrare in uno spazio di 50 cm. venti anni di onorate pubblicazioni.
Effetti collaterali: distorsione delle strutture portanti, imbarcamenti vari, cedimento strutturale, rottura del nucleo a curvatura e crollo sul vostro zio non vedente (in visita a Pasqua).

Se appartenete alla categoria più ingegnosa e creativa potete invece dedicarvi all’INCASTRO, disciplina che si basa non sulla forza bruta della compressione ,ma sull’astuzia dello sfruttare ogni spazio libero.
Tale soluzione può anche essere estremamente funzionale dal punto di vista estetico ,ma decisamente scomoda dal punto di vista pratico perché, (considerata la varietà di formati dei fumetti) non avrete MAI più di due numeri disposti in ordine sequenziale.
Il rischio è di perdere il numero in cui la pistola a raggi di Martin Mystere è sparita e non trovarlo MAI PIU’.

I più scellerati (o forse i più disperati) ricorrono alla soluzione estrema è finale che getta disonore su qualsiasi collezionista che si rispetti: LA DOPPIA FILA a cui naturalmente segue la TERZA FILA e tutte le altre soluzioni combinate (IMPILAMENTO SU DOPPIA FILA, COMPRESSIONE , INCASTRO A LISCA DI PESCE , ARCHIVIAZIONE DIAGONALE ecc. ecc.) e intanto Martin Mystere non ha più la sua fottuta pistola a raggi e voi non riuscite a farvene una ragione.

Per evitare tutto ciò (e per non essere definitivamente cacciato a pedate dal resto della famiglia) il collezionista fa un patto col diavolo e ricorre a delle cose pericolosissime chiamata MENSOLE.


La prima Mensola ci si fa da ragazzi…così, per scherzo tra amici…ci si dice “Ehi! Perché non andiamo in falegnameria e compriamo 1 metro di abete?”

Ed un battito di ciglia dopo avete quarant’anni ed avete acquisito una nuova Dipendenza Derivata:

IL BRICOLAGE.

Il Bricolagista Fumettista è una delle forme di vita più pericolose che esistano.
Parte lento all’avvio ed è impedito nei suoi movimenti ed intenti, pianta un chiodo nel muro e gli si piega in due, trova la pietra anche in una capanna , si martella le dita e si acceca con schegge di intonaco…ma POI IMPARA…
Inizia con qualche suggerimento da un amico più esperto, si esercita bucherellando casa come un groviera e va avanti così fino a che non riesce a piantare sul muro mensole più o meno dritte che inchioda brutalmente ad ogni altezza possibile ed immaginabile e fino a qui lo scenario (per quanto allarmante) è ancora tollerabile.

Il vero problema scatta quando il Bricolagista entra in un emporio leggermente diverso dagli altri e trova non il solito commesso scazzato ,ma un suo simile interattivo.

“Hai messo il turapori?” gli chiede il nerboruto proprietario dell’ Emporio
“FATTITI DA TE”
“Cosa?” replicate voi pensando che si riferisca a qualcosa che avete sul viso?”
“IL TURAPORI, SENNO’ GLENE VADENE DENTRO L’ACQUENE!” replica il l’esperto, spiegandogli (nel suo variopinto linguaggio) che una mensola NON trattata può prendere l’acqua e bagnarsi.
Perché poi dovrebbe piovere nel vostro soggiorno non è dato saperlo.
“GLIENE SCARTAVETRAGLIENE?”
“No.” Confessate voi. Non l’avete neppure scartavetrata.
“GLIENE COPPALEGLIENE?!
No, non gli avete dato neppure la coppale ed ecco che l’esperto sospira ,sputa per terra e pigramente (ma con fare soddisfatto da vecchio volpone) affiora da dietro il bancone e comincia ad agguantare prodotti su prodotti che sbatte sul tavolo gridandone il nome.
“TURAPORI!”
“NITRO!”
“COPPALE!”
“ACIDO FENICO!”
”DURANIO!…. e così via in un’infinita elencazione di prodotti tutti altamente infiammabili, tossici e velenosi solo a guardarli.

A questa esposizione segue una minuziosa e dettagliata spiegazione di come usare tali prodotti il tutto mimato con grande attenzione per i dettagli.

“DAGGLIENE! SPANDIGLIENE! SPENNELLAGLIENE!”

Alla fine della lezione avete speso 150 euro , avete comprato qualcosa come 10 chili di materiale esplosivo e non vedete l’ora di provarlo a casa vostra.

“Tessssssorrrroo sono a casa!” esclamate contento alla vostra eventuale compagna.

I prime esperimenti sono un disastro.
Vi ustionate le mani, perdete la vista per due giorni, intossicate voi e i vostri familiari, date fuoco al gatto.
Ma poi (lentamente) diventate BRAVO…
Scartavetrate sempre più velocemente , impiallacciate sempre meglio e grazie al vostro amico esperto avete sempre maggiori risorse tecnologiche.
TRAPANI, SEGHE, SMERIGLIATRICI, AVVITATORI ELETTRICI e pistole PHASER.

Dopo sei mesi avete la vostra prima MENSOLA…dritta.

La osservate come ipnotizzati state per porvi i vostri preziosi fumetti quando vi accorgete o meglio vi rendete conto che il resto della vostra libreria NON è stato trattato, o NON è perfettamente allineato o levigato.

“Bè… non ha importanza…” vi dite mentre un tremito vi sale dentro.
“Va bene anche così…” vi ripetete cercando di non pensarci.

E due giorni dopo vi svegliate alle 5 del mattino e buttate tutto giù perché OGNI COSA DEVE ESSERE PERFETTA!

Quando dopo una settimana (o un anno) avete finalmente smerigliato, levigato e lucidato ogni cosa inizia la parte più piacevole: la collocazione dei fumetti.

I Marvel da una parte, I Bonelli dall’altra , io cartonati in mezzo e…
E quando arrivate a KAMANDI della Corno vi accorgete che ogni albo ha un ‘altezza diversa.

Sì, bè…si sa. Quindi i Bonelli lì, i Marvel di là…ma un momento, com’è che non tornano lo stesso?

Non tornano ovviamente perché ogni edizione ha misure leggermente diverse.
A volte di poco, a volte di tanto, la prima edizione Star è più piccola, quella Marvel di mezzo è molle e si affloscia, quella nuova pesa come il marmo e ogni anno un simpatico Editor decide di accorciare, allungare, stringere, approfondire, aumentare o ridurre altezze e larghezze.

(E poi c’è il fottutissimo numero 195 di ALAN FORD ,che DIO lo strafulmini!, che non va da nessuna parte perché sbagliarono tutte le misure!).

La sensazione che ne deriva e che provate si chiama FRUSTRAZIONE e per comprendere il concetto dovete pensare ad una lettera che un lettore di Urania scrisse una volta alla redazione della popolare pubblicazione, in questa il poveretto si disperava per il cambio di formato che trovava inaccettabile e tragico poiché lui aveva già pronti oltre 5 metri di libreria fatta su misura per essere riempiti da lì a 10 anni.

Ora socchiudete gli occhi e immaginatevelo mentre si aggira tra le macerie di un mondo ormai distrutto...eccolo là che osserva la sua libreria (vuota) che affiora davanti ai resti della statua della libertà ed urla:

“MALEDETTI! MALEDETTI PER L’ETERNITA’! L’AVETE DISTRUTTA!”




Ricordate: il mondo non è perfetto e nemmeno la vostra libreria lo sarà mai.

1109.2006

8.9.06

SPAZIO 1999


Nell’anno di grazia 1999 (esattamente quando voi eravate occupati da mille problemi pratici tipo dare esami, pagare l’affitto o avere un figlio) nell’universo di Gerry e Sylvia Anderson l’umanità si è già stabilita sulla Luna in pianta stabile, ha risolto (non si sa come) il problema della gravita artificiale, ma non si è ancora liberata della moda anni 70 che imperversa indisturbata.
Ecco così che su Base Lunare Alfa abbiamo personale con pantaloni a zampa di elefante, pettinature maschili con riporti vari e occasionali baffetti da sparviero.
Comandante della base Lunare è John Koenig , uomo risoluto e determinato la cui esclamazione preferita , (tra lo stupore e l’irato con sgranamento degli azzurri occhi ) è e sarà per tutta la serie : “ALAN!”Grido che il comandante proferirà sia per comandare un decollo di emergenza che per ordinare un panino , il tutto sempre accompagnato da un espressione tra l’ansioso ed il terrorizzato.
“Mio Dio dove sono i miei calzini? ALAN?!”


Gli indispensabili membri del personale di Koenig sono:

IL FIDO KANO

Uno dei pochi uomini (vivi) di colore di Base ALFA, il fido Kano è l’addetto al computer , è l’uomo che comunica direttamente con il potente cervello elettronico ed è anche l’unico ad avere una Porta USB sulla nuca , accesso di cui è molto geloso e che rivela solo diversi episodi dopo l’inizio della serie.
Quello che David Kano ignora è che spesso i suoi goliardici compagni lo drogano per poi utilizzare la sua USB per collegarsi al computer per fare divertenti partitine con videogiochi anni 70!
(Per lo più tennis e vari con le stanghette in Bianco e Nero).

PAUL MORROW

Molto simile ad un imprecisato giocatore del Liverpool , Morrow è di fatto il secondo in linea gerarchica di Koenig ed è anche quello che si piglia le più sonore lavate di testa per i più futili motivi.
A volte finisce per essere menato da altri membri di Alfa per i più svariati motivi.

SANDRA BENES

Meglio conosciuta come l’insipida morettina dei Ricchi e Poveri, Sandra è l’addetta alle comunicazioni ed il suo compito principale è di stare seduta alla sua postazione a fissare atterrita il tabellone del Monopoli appeso sulla parete.
“Oh Mio Dio! Sono finita in prigione!” esclama terrorizzata dopo aver lanciato i dadi.

La domanda è che si pongono tutti è:
che fine hanno fatto gli altri membri dei Ricchi e Poveri?
Forse stavano girando un video sul lato oscuro della Luna al momento dell’esplosione o sono stati buttati nel vuoto spaziale dagli altri Alfani.


ELLEN RUSSELL

Vero nome “HELENA” (giudicato forse troppo da pornodiva nella versione italiana) , la Dottoressa mostra fin dal primo episodio le sue pruderie quando adocchia Koenig che arriva su Alfa.
Da allora in poche puntate si passa dal LEI a fare la doccia insieme e Koenig sposta il Fido Kano nel corridoio dicendogli “non puoi dormire più ai piedi del letto, Kano…ELLEN è allergica al pelo…”.
La RUSSELL è un elemento indispensabile di ALFA , cura malattie leggere, duetta con gli altri membri dell’equipaggio e salva la vita a tutti i membri fissi del cast infinite volte…
Non si può dire lo stesso con gli altri membri della base che gli muoiono tra le braccia, le si sbriciolano davanti , impazziscono, avvizziscono , si rivelano essere alieni o morti posseduto da alieni…
Insomma diciamo che il suo “pollice medico” funziona in maniera un po’ selettiva…

Infine abbiamo Il Dottor VICTOR BERGMAN (nessuna parentela con il regista palloso) vera e propria colonna portante delle base nonché scienziato di punta di BASE ALFA.
Bergman risulta essere plurilaureato e qualificato in ogni scienza possibile e immaginabile tuttavia in quasi 50 episodi la risposta che più spesso riesce a formulare è “non lo so , JOHN.”
Ma anche questo lo fa con un tale tono disarmante (da amabile nonnetto) che Koenig non riesce mai a chiedergli la domanda più ovvia “ma allora Victor cosa cazzo ci stai a fare qui su ALFA?” e fiinsce semplicemente per fissarlo con gli occhi strabuzzati per lunghi istanti…per poi gridare “ALAN! PRONTO AL DECOLLO!!!”
Dove vada Koenig in questi decolli improvviso non si sa…i più informati ritengono che vada sul lato oscuro della luna a menare ALAN. A lungo. E ripetutamente.

Victor dal canto suo non percepisce queste sfumature e si rimette a giocherellare con i suoi esperimenti ( il LEGO, il meccano), e fa una di quelle faccette sorridenti da nonno.

Al di là dell’affiattatissimo staff del personale la vera anima delle base Lunare è il suo sofisticatissimo cervello elettronico.
Tale computer è talmente evoluto e potente da aver richiesto una tecnologia avanzatissima che ha bypassato monitor , schermi al plasma o ologrammi per andare direttamente agli scontrini della spesa.
E’ così infatti che il computer della struttura comunica con i membri dell’equipaggio.
Una meteora punta contro la Luna?
Il computer fa uno scontrino.
Nave aliena precipita su Base Alfa?
Il computer fa un altro scontrino.
E così via.
Quello che tutti (incluso Koenig ignorano) è che per ogni scontrino ci sono dei punti e a fine mese si ha diritto ad un set di piatti, una aspirapolvere o dei sottobicchieri di peltro.
Ovviamente Kano non divide questa informazione con gli altri perché vuole vincere il TV color per cui ci vogliono 300.000 punti.
Eh sì, perché su base Lunare Alfa (per risparmiare sui costosissimi tubi catodici) non ci sono schermi a colori.
Neppure uno eccetto lo schermo centrale che però (a detta di molti )non è neppure uno schermo ,ma un tabellone del Monopoli in cui Koenig fa finta di vedere le cose.
(Nessuno ovviamente osa contraddirlo e perciò eccoli lì tutti col naso per l’aria a fissarlo).

Del resto che le cose siano state fatte un po’ al risparmio lo si evince anche dall’arredamento…
Tenete presente che le sedie del ponte di comando sono sedie bianche da giardino identiche a quelle della pizzeria che tutti noi abbiamo sotto casa o che anche il resto dell’arredamento proviene probabilmente dall’Ikea del futuro (o del passato…dipende dai punti di vista).

Ciò di cui invece su BASE ALFA non c’è mai penuria sono le astronavi e non sto parlando di astronavi qualsiasi ,ma delle versatilissime AQUILA.
Caratterizzate da una linea unica nel suo genere, simili ad insetti-rettiliformi acquattati, le AQUILA sono a mio avviso uno dei migliori modelli di astronave mai disegnati ,ma questo non impedisce agli ALFANI di sfasciarle nei modi più curiosi.
Si va dal sempre classico “ALFA NON VI RICEVO…” seguito da un BOOOM nella zona oscura del satellite.
A mille altre varianti tipo:
“ALFA E’ BELLISSIMO QUI!” spariti nel nulla.
“ALFA …vedo un gigantesco OH MIO DIO!” BOOM nello spazio ecc. ecc.

Tuttavia, nonostante il grande numero di perdite, l’interno della base risulta esserne ancora pieno e come testimonia anche l’indiscriminato numero di apparecchi che viene utilizzato… AQUILA, 3, AUILA 24, AQUILA 175…non si sa esattamente quante ve ne siano ,ma quel che è certo è che (vuoi che per motivi affettivi , vuoi per scaramanzia) Koenig ed ALAN prediligono sempre AQUILA 1.

Che (esplosa o distrutta infinite volte) ricompare puntualmente nell’episodio successivo.
(Koenig è convinto che gliela aggiustino ogni volta , in realtà gli cambiano numero e lui non si accorge di nulla…)

La popolazione di Alfa (mai esattamente censita) si dovrebbe aggirare intorno ai alle 300 persone, tuttavia quello che non viene mai dichiarato è che solo il 10% di tale cifra è composto da ufficiali di comando,tecnici, ingegneri , addetti alla sicurezza e così via mentre quello che resta è costituito da parrucchieri, visagisti e truccatori vari che si prendono cura del personale femminile di Alfa.
Solo così si spiega infatti l’impeccabile forma fisica ed estetica che caratterizza il femmineo della base.
Il che ci porta a segnalare che su Base Alfa non esistono donne racchie o anche solo bruttine e che l’unica definibile “matura” è proprio la Dottoressa Russell (anche grazie al filtro FLU che cameraman si ostina ad usare quando l’inquadra) , per spiegare questo stranissimo fatto esistono ipotesi:

1 Negli anni ’90 l’umanità ha raggiunto uno standard di bellezza unanime ed alla portata di tutti.
(Ipotesi improbabile perché nel ’95 io mi ricordo delle grandi bruttone che ancora circolavano.)
2 Al momento dell’esplosione e della conseguente fuoriuscita dall’orbita tutte le donne brutte erano
riunite sul lato oscuro della luna per una convention dello Star trek Club…
Ipotesi accreditata dai più.

In ogni caso la popolazione di Alfa è tenuta sotto un attento controllo numerico e , grazie alle mirabili operazioni di Koenig e del suo staff, sottoposta ad una continua diminuzione.
In media ogni puntata due o tre persone muoiono in qualche modo…il che significa che su Alfa non esistono problemi di sovrappopolamento e che le fette di dolce a disposizione aumentano ogni settimana per la gioia di tutti


Molto spesso ALFA entra in contatto con ALIENI che per vari motivi finiscono per:

Schiantarsi su Alfa
Essere attirati dalla gravità Alfa.
Materializzarsi su Alfa o fecondare le donne di ALFA per riprodursi.

Evidentemente la nostra Luna è molto popolare sulle guide turistiche della galassia.

Gli alieni hanno forme e colori sempre bizzarri, ma sono anche quasi sempre umanoidi con una perfetta pronuncia inglese, nonché spesso somiglianti a vecchi attori britannici.
La loro tecnologia è a base di palloni colorati e cilindretti di vetro (con l’aggiunta di psichedelici effetti sonori) e i loro mondi di origine sono spesso onirici, vaporosi e frutto di chi sa quale acido che gli sceneggiatori si sono fumati.

Le motivazioni che impediscono agli Alfani di unirsi a questi alieni o di insediarsi in un mondo abitabile sono varie:

Fanno tardi e perdono l’orbita giusta
Il pianeta non esiste realmente.
Il pianeta svanisce.
Il computer ha finito la carta degli scontrini e non li può avvertire.
Passano attraverso il pianeta (è accaduto! Andate a controllare!) ,oppure il pianeta è già abitato da loro stessi che sono pure un po’ incazzati.

Tutte queste situazioni imprevedibili creano molta tensione su ALFA portando a frequenti scontri trai membri della base ed in particolare tra ALAN e KOENIG, i motivi per cui i due si menano o vengono menati dai loro stessi compagni sono :


Uno di loro od entrambi sono impazziti.
Uno di loro od entrambi vogliono fare qualcosa di molto stupido.
Tutti gli altri sono impazziti e solo uno di loro sa cosa è giusto fare.
Uno di loro ha detto una cosa molto buffa e tutti gli altri lo menano goliardicamente.

Alla fine tutti tornano amici e la musichetta fa quattro note tristi e riflessive della serie “Oh! Cazzo. Siamo ancora davvero nello spazio!”

Dal punto di vista degli americani questa sigletta finale era troppo triste ed inquietante quando si ventilò la possibilità di una diffusione negli Stati Uniti , gli americani decisero di alleggerire la serie con il loro solito approccio: più fica.

Apparve così Maya , con le sue sopracciglia fatte di ghiaino da giardini e con le sue improbabili trasformazioni in ALIENI del MUPPET SHOW.
Comparsa Maya sparirono invece misteriosamente Bergman e Morrow ….dispersi nello spazio , dicono gli studiosi…più probabilmente fatti fuori in qualche missione da Koenig per avere una fetta di dolce in più.

Spariti capo scienziato e vicecomandante ecco comparire Tony Verdeschi che al posto del Lego si balocca con il Luppolo (nel tentativo di fare la birra…) e che porta nuovi capi di abbigliamento su Base Alfa tra cui Cardigan di vario genere.

Nessuno ha mai scoperto dove si trovasse o cosa facesse Verdesche durante tutta la prima stagione e anche in questo caso esistono varie ipotesi:
Era ancora a scuola.
Era in ferie pagate.
Si occupava dei bagni.
Era presente insieme a tutti gli altri ,ma non era mai inquadrato.

Mistero anche sulla sua rapida ascesa nella scala gerarchica, anche qui varie ipotesi alcune delle quali irriferibili.

Tra la tecnologia varia vanno segnalati i comunicatori simili ad accendigas che possono essere usati per aprire le porte, comunicare su piccoli schermi in Bianco e Nero o per stordire violentemente ALAN dandoglielo sulla testa.
Poi abbiamo i laser a forma di ferro di cavallo che possono essere usati per uccidere (magari i propri colleghi troppo noiosi) per stordire (ALAN) oppure come corpo contundente quando sono scarichi (sempre ALAN, in testa chiaramente e con FORZA!).

Una segnalazione particolare ai membri di base ALFA di origine italiana ossia Gianni Garko, Giancarlo Prete,Carla Romanelli e Orso Maria Guerrini (molto prima che facesse l’omino della birra Moretti) che impersonano vari personaggi che invariabilmente tirano il calzino o finiscono su pianeti disabitati.

Impossibile dire che cosa ci riservi il futuro o che cosa sia accaduto su ALFA una volta scomparso dai palinsesti televisivi.
A parte occasionali registrazioni fatte da Sandra a convenction varie (per arrotondare immagino e per tirare a campare…) del nostro satellite non si è saputo più niente.
Forse sono davvero atterrati su un pianeta abitabile (come sostiene il suddetto messaggio di Sandra) o forse sono tornati inidetro perchè si erano dimenticati qualcosa e ora sono ancora lassù…da qualche parte…con i loro pantaloni a zampa d’elefante che menano ALAN…


SIGLA FINALE:

“…c’è un mostro che distrugge tutte le astronavi…”

0809.2006